Un ricordo custodito nella mente che riaffiora, durante una passeggiata nei luoghi dell’infanzia, diventa l’ispirazione per una storia della scrittrice Filomena Baratto che alla Ubik di Vico Equense ha spiegato così, la nascita del racconto “Nel mezzo del tempo”, Graus Edizioni. La figura di una donna “diversa” perché non accompagnata, che vive sola, oggi si definirebbe single, bollata come folle e un po’ stramba, probabilmente proprio per questa contrapposizione con l’idea di donna sposata e con prole in auge qualche anno fa, attirano l’attenzione di una Baratto-bambina che recupera quell’immagine per raccontare la vita di tre donne, legate tra loro da un legame di sangue.
E le esperienze dell’una si intrecceranno con quelle delle altre, delineando i pilastri di una crescita personale sempre in bilico tra ciò che si desidera e ciò che non è, ma potrebbe essere. Una storia al femminile, che dovrebbero leggere anche gli uomini perché i sentimenti appartengono a tutti, dove gli intrecci affettivi descritti svelano un percorso che si traduce in un itinerario sentimentale volto alla ricerca di uno spazio dove riuscire ad esprimere in un modo nuovo quell’arcaico che sopravvive al tempo. Già , il tempo, citato nel titolo, quello che caratterizza l’età di mezzo e diventa l’occasione per tracciare bilanci, come sottolinea l’autrice. La protagonista e i personaggi di cui si narra, sono nell’età in cui la sincerità è una possibilità concreta che scaturisce dalla conoscenza e dall’accettazione di sé. L’amore invade le specifiche esistenze, e ognuno ama nel modo che gli è proprio e, per questo, ne accetta le conseguenze. C’è una maturità in questa consapevolezza che supporta una crescita che riconcilia con la vita stessa. I luoghi sono quelli che la scrittrice conosce bene perché sono quelli dell’appartenenza, delle radici che nutrono e ormeggiano al presente. Il Comune è quello di Vico Equense, il più vasto della Penisola Sorrentina, che con i suoi squarci sul mare dalle infinite cromature incanta, da sempre, stranieri e residenti e dove “ un manto verde di ulivi e macchia mediterranea a perdita d’occhio finivano a mare come una coperta sulle colline sotto i suoi piedi”.
Claudia Squitieri