«Le segreterie della Flai Cgil Napoli e della Fai Cisl Napoli unitamente alla Rsa dello stabilimento Princes di Angri, si oppongono in maniera netta e precisa alla chiusura del sito e al trasferimento di tutti i 55 lavoratori presso il sito produttivo di Foggia a partire dal 1 marzo. Il trasferimento dei lavoratori produce un doppio danno: primo, la perdita di conoscenze altamente specializzate, impoverendo un territorio già provato da tante vertenze; secondo, la possibilità per tanti lavoratori di non poter seguire l’azienda in quel di Foggia per problematiche relative alla propria condizione familiare. Le più penalizzate saranno, come sempre, le donne eternamente divise tra famiglia e lavoro». È quanto dichiarano in una nota i segretari provinciali di Flai Cgil Napoli, Carmine Franzese e di Fai Cisl Napoli, Franco Fattoruso, in merito alla vertenza che coinvolge i dipendenti della multinazionale con sede in provincia di Salerno.
«Dal 27 novembre, data in cui l’azienda ha ufficializzato il trasferimento, tutti i lavoratori vivono sospesi in un incubo e non riescono a capire come la loro azienda si sia improvvisamente trasformata da mamma a matrigna, non tenendo conto delle loro esigenze e problematiche. Le segreterie confederali di Flai Cgil e Fai Cisl – ricordano Franzese e Fattoruso – hanno cercato, attraverso una serie di incontri con la direzione della Prince I.A. – e per senso di responsabilità verso tutti i lavoratori – di mettere in campo una serie di misure per ridurre l’impatto sociale ricevendo però risposte ritenute insufficienti allo scopo. Al contempo, attraverso una serie di incontri istituzionali che, si spera, si concluderanno con un incontro già richiesto al Ministero per lo Sviluppo Economico, si sta cercando di scongiurare il trasferimento che per molti lavoratori e lavoratrici rappresenterebbe l’anticamera di un licenziamento».
«Lo sciopero unitario del 30 gennaio – concludono Franzese e Fattoruso – ha rappresentato un momento molto importante di unità tra i lavoratori e, speriamo, serva ad eliminare anche una serie di inutili polemiche e la ricerca di fantomatici colpevoli. Vogliamo essere chiari: per noi la Princes di Angri non si tocca e auspichiamo che l’interessamento delle istituzioni possa questa volta bloccare l’ennesimo scippo di una relatà produttiva del territorio campano».