Tutti hanno un passato che condiziona l’esistenza, tutti hanno un bagaglio leggero o pesante cui fare riferimento.Nella lotta tra i due opposti, la vita scorre lieta o compressa nella morsa dei fatti che stritolano ogni slancio verso un futuro che pare bloccato.
La scrittrice Nadia Terranova in “Addio Fantasmi”, edito da Einaudi, affronta il tema del peso del passato nella vita di Ida, giovane donna che non è mai riuscita a elaborare l’allontanamento volontario del padre, afflitto dalla depressione, e di cui si sono perse le tracce per sempre. Il ritorno nella casa dove tutto è accaduto, mette Ida di fronte alla realtà del trauma subito e mai superato. La richiesta della madre di decidere le cose da conservare e quelle da buttare in previsione della vendita dell’abitazione, dopo i lavori di manutenzione del tetto, costringono una figlia a ripiombare in una realtà cristallizzata nella mente, e riaprono ferite mai curate e, per questo, mai guarite. Il passato è un macigno sull’esistenza della protagonista che vive una vita anestetizzata negli affetti e negli slanci: sposata con un uomo con cui condivide la tiepidezza della quotidianità, inserita nel circuito di un lavoro nel quale ha la possibilità di raccontare le storie degli altri in una sorta di recupero di un’emotività compromessa, Ida fluttua in uno spazio parallelo.
Come uscire da una situazione immobile quanto frustante come quella di una cinghia nella quale ci si è stretti per non soffrire? Come rendersi conto che anche le persone con le quali ci si relazionava, allora come oggi, hanno dei sentimenti e un passato da sopportare?
Spesso i dolori isolano, inducono a credere di essere i soli a sperimentare una precarietà che appartiene unicamente a noi, e ci si ritrova ripiegati esclusivamente sui propri drammi, sordi a qualsiasi richiesta di aiuto, fino a quando l’esigenza di recuperare il contatto con il prossimo, a noi caro, rivela la sofferenza dell’altro. Le soluzioni esistono sempre, questa è l’unica certezza a cui aggrapparsi e impongono di non abbandonare mai il contatto con la vita stessa.
Claudia Squitieri