In nome di Jan Fabre, a Napoli un piccolo miracolo culturale: cooperazioni e connessioni che hanno come fil rouge proprio le opere e le azioni dell’artista belga (giè protagonista dello scenario partenopeo nel 2017). Dal 30 marzo al 30 settembre Jan Fabre diventa uno stimolo pulsante che racconta, suggerisce, incuriosice, compone idee, rimanda a profondità insperate in quattro spazi e dimensioni culturali, tra pubblico e privato, della città: il Museo e Real Bosco di Capodimonte, la galleria Trisorio, il Pio Monte della Misericordia, il Madre. Luoghi che, pur mantenendo la loro oggettiva diversità, hanno deciso di creare un progetto comune, una sorta di museo diffuso, in nome di Fabre. Non solo. L’artista belga che attraversa un po’ tutte le espressioni dell’arte, infatti, in questo periodo è in città anche per la presentazione del suo libro Giornale Notturno III (27 marzo) e del suo ultimo spettacolo teatrale (18 aprile Politeama).
A Capodimonte viene inaugurata il 30 marzo la mostra Oro Rosso. Sculture d’oro e corallo, disegni di sangue, allestita al secondo piano, curata da Stefano Causa insieme a Blandine Gwizdala e con la collaborazione di Patrizia Piscitelli, rappresenta il nucleo più complesso. Le opere di Fabre dialogano con opere dello stesso Museo di Capodimonte, o provenienti dal Museo di San Martino, dal Museo del Tesoro di San Gennaro e dal Museo Archeologico Nazionale. Si tratta di 15 sculture in oro, 64 disegni realizzati con il sangue, e 10 creazioni in corallo rosso (ideate proprio per questa occasione), che l’artista ha realizzato a partire dal 1970 fino ad oggi.
Nella chiesa del Pio Monte della Misericordia, in dialogo diretto con il capolavoro di Caravaggio Sette opere di Misericordia (1606-1607), dal 30 marzo viene esposta la scultura di Jan Fabre The Man Who Bears the Cross (L’uomo che sorregge la croce) (2015), a cura di Melania Rossi.
Sempre dal 30 marzo il Museo Madre, con la curatela di Andrea Viliani, Melania Rossi e Laura Trisorio, ospiterà, nel cortile d’onore, la scultura in marmo The Man who Measures the Clouds (L’uomo che misura le nuvole) (2018), in un’inedita versione in marmo di Carrara.
La storica galleria Studio Trisorio, il 29 marzo inaugura la mostra dal titolo Tribute to Hieronymus Bosch in Congo (Omaggio a Hieronymus Bosch in Congo), a cura di Melania Rossi e Laura Trisorio: una selezione di opere di Jan Fabre realizzate completamente con di gusci di scarabei iridescenti che compongono immagini ispirati a Bosh e alla storia della colonizzazione del Congo Belga.
IL MONDO DI FABRE
L’incontro con Fabre è un incontro che ti cambia e che può avvenire a livelli diversi. Un incontro prima di tutto emozionale, con un’arte che colpisce, stupisce, incuriosisce suscita reazione nel suo ‘spettatore’, direttamente e inconsciamente coinvolto. Poi un incontro anche riflessivo, che sintetizza rimandi, percorsi personali, autobiografici, e nello stesso tempo universali. Un incontro che può essere vissuto a varie profondità scelte, ripensate, scoperte. L’arte per Fabre è ogni espressione possibile, è un processo dialogico, è il contenuto ma anche la forma che accoglie un senso altro. Le quattro occasioni di confronto di questa “mostra diffusa” raccontano percorsi differenti, volti e forme diverse che seguono la sua ricerca, tra vita e morte, tra materiali naturali e la storia della sua nazione, tra spritualità e assoluta materialità. Di grande impatto le opere in corallo ideate e create proprio per Capodimonte così come, va segnalato, che per la prima volta in assoluto al Madre viene esposto una versione in marmo de L’uomo che misura le nuvole.
LA CONFERENZA STAMPA
La conferenza stampa, in attesa delle inaugurazioni del 30, è stata l’occasione per dedicare una intera giornata al mondo di Fabre (autore assente) con un tour in tutte e quattro le sedi, alla riscoperta dell’artista.
“Quella che presentiamo è una mostra straordinaria, di grande spiritualità e di una bellezza sconfinata che – ha sottolineato il direttore del Museo e Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger – siamo orgogliosi di ospitare. A Capodimonte Fabre è ricollocato in dialogo serrato, tra antichi maestri, italiani e nordici, che costituiscono il prezioso patrimonio di questo Museo. Da un lato questi confronti pongono Fabre in una luce nuova, dall’altro ci consentono di rinnovare il nostro sguardo sulla collezione permanente”. Il direttore ha ricordato che la mostra nasce dalla decisione di una collaborazione ispirata da un’altra mostra tenuta sempre a Capodimonte nel 2017 Jan Fabre. Naturalia e Mirabilia. Fu allora che Fabre visitò a lungo il Museo e pensò ad una mostra da realizzare esclusivamente per Capodimonte.
“Dalla sinergia tra istituzioni museali – ha aggiunto Laura Trisorio della omonima galleria– nascono eventi di grande portata come quello odierno. Il nostro compito è quello di aiutare gli artisti a realizzare i propri sogni, in cambio abbiamo l’opportunità straordinaria di vivere e promuovere queste imperdibili esperienze”.
“L’uomo che sorregge la croce, nella chiesa del Pio Monte della Misericordia – ha affermato il Governatore agli Affari Legali ed al Patrimonio Storico-Artistico Luigi Pietro Rocco di Torrepadula – è in dialogo diretto con il capolavoro di Caravaggio “Sette opere di Misericordia” (1606-1607). La croce, simbolo nella concezione cattolica del sacrificio di sé è portata dall’uomo. Il peso della croce è sorretto non con la forza, ma con l’equilibrio: questo è il messaggio forte di Jan Fabre che apre un corto circuito molto stimolante a colloquio con Caravaggio e con la sua opera”.
Sottolinea l’importanza fondamentale del metodo di lavoro sinergico, già sperimentato in altre mostre, il direttore del Madre Andrea Viliani : “la mostra è frutto di uno straordinario metodo di lavoro, il cui perno è la rinnovata collaborazione tra musei e istituzioni culturali del territorio che ci consente di valorizzare il nostro patrimonio culturale. Nel quadro di questa sinergia al Madre vedremo una sola opera “L’uomo che misura le nuvole” che riesce a condensare il senso stesso dell’arte: misurare le nuvole, attività tecnicamente impossibile, è proprio ciò che la cultura deve fare, invitare a scoprire cose che non penseremmo di essere in grado di fare. Un invito alla libertà e alla visione”.
LIBRI, ARTE E TEATRO DI FABRE A NAPOLI-
Oltre la mostra sono previsti altri incontri e spettacoli di Jan Fabre:
Il 27 marzo ore 17,30 presso la Fondazione Premio Napoli c’è la presentazione del testo Giornale Notturno III (1992-1998) il terzo dei suoi diari personali pubblicati da Cronopio (è annunciata la presenza dell’artista).
Il 28 marzo , ore 18, al Madre in Cloister con Artists as stage deigners -SKIRA Denise Wendel-Poray e Jan Fabre.
Il 18 aprile invece lo spettacolo The night Writer – Giornale notturno al Teatro Polietame dove ad interpretare il testo diretto, scritto e ideato da Jan Fabre è Lino Musella. In scena i diari personali di Fabre, i suoi pensieri su arte, teatro, vita, famiglia, amore, sesso dai vent’anni fino ad oggi.