Un’installazione caravaggesca. Si apre oggi 12 aprile la mostra Caravaggio Napoli presso il Museo e la Real Reggia di Capodimonte, curata dal direttore Sylvain Bellenger e dalla professoressa Maria Cristina Terzaghi con il sostegno, anche nella produzione e organizzazione, della casa editrice Electa e occupa uno spazio dedicato: la sala Causa, dove resterà fino al 14 luglio.
Il luogo, sotterraneo, gioca, proprio come l’opera caravaggesca, tra luci ed ombre. Scese le scale, in un rimando prospettico di finestre, fa capolino in uno scenario buio, la luce imprescindibile della Flagellazione di Cristo, l’opera caravaggesca per eccellenza conservata nel museo di Capodimonte. Tra le pareti nere, illuminate dai quadri, si apre e continua, di sala in sala, il racconto di Caravaggio a Napoli, delle sue opere e soprattutto delle tracce lasciate nel mondo pittorico.
E così in questa prima sala la Flagellazione, che l’artista aveva creato per la chiesa di San Domenico di Napoli, dialoga con lo stesso soggetto conservato nel Musée des Beaux-Arts a Rouen, dove arrivò nel 1955 come opera creduta di Mattia Preti. Dialoga con una copia della stessa Flagellazione di Rouen, che, posta affianco all’originale, permette di comprendere le sfumature delle diverse pennellate. Dialoga con la Flagellazione di Palazzo Abatellis attribuita a Fabrizio Santafede (proveniente da Palermo) sedotto dal mondo caravaggesco, con il Cristo alla colonna di Battistello Caracciolo, altro tesoro del museo di Capodimonte, e con la versione di Jusepe de Ribera, proveniente dal complesso monumentale dei Gerolomini. Al di là delle diverse storie di questi quadri, il punto è lasciarsi fascinare dal sottile e impercettibile gioco di rimandi.
E così in ogni stanza, tematica, della mostra che prevede il confronto tra sei opere di Caravaggio nel suo periodo napoletano (oggi distribuite tra Napoli, Londra, Madrid) e le 22 opere di chi, dominato, incuriosito o solo affascinato dalla poetica di Caravaggio ha fatto di lui il suo modello.
La Flagellazione di Cristo, Salomè con la testa del Battista (nella sua doppia versione), il Martirio di S. Orsola, espressione del complesso periodo napoletano di Caravaggio giunto in città dopo aver ucciso Ranuccio Tomassoni, e un S. Giovanni Battista sono in diretto colloquio con opere caravaggesche dunque, di artisti che vanno da Caracciolo a Finson, da Stanzione a de Ribera.
Piccole magie. Come essere di fronte le due versioni de la Salomè con la testa del Battista, provenienti da Madrid e da Londra. Il profondo scalpita di fronte a tale sospensione in immagine. Ma non solo.
In stretto colloquio con alcune re -interpretazioni di Battistello Caracciolo (opera proveniente da Siviglia) e Massimo Stanzione si aprono anche riflessioni critiche. Quest’ultima opera, infatti, proveniente da una collezione privata, per la prima volta esposta è già, prima dell’apertura della mostra, al centro di riflessioni sui limiti nella sua attribuzione. Ma che sia davvero di uno Stanzione giovane o no, la sua presenza aiuta il museo ad acquisire il senso di luogo di studio e non solo di esposizione.
Ancora una volta il museo di Capodimonte si rende dimensione da cui partire per ipotesi e confronti. Così come è stato ed è evidente per la mostra i Depositi, che è al secondo piano del museo, che continua ad affascinare nella sua esplosione di colori. E non è un caso che a settembre è previsto un convegno su Caravaggio. Perché questo rappresenta un museo, o almeno nella vocazione dichiarata del Museo e Real Bosco di Capodimonte diretto da Sylvain Bellenger, un luogo vivo, attivo, uno spazio di interazione.
IL PIO MONTE DI MISERICORDIA
Non solo Capodimonte. Non poteva mancare in questo percorso tra Napoli e Caravaggio la visione de le Sette Opere di Misericordia. Capolavoro che non si è potuto spostare ma che è parte lo stesso della mostra. Basta scendere al Pio Monte della Misericordia, istituzione per cui Caravaggio lo realizzò. Il viaggio diventa dinamico, diventa stimolo per un altro luogo magico della città e un incredibile occasione per conoscere altri volti della napoletanità. Ma non solo, perché l’opera, posta nella chiesa, è in stretto dialogo con l'”ottava misericordia”, quella realizzata da Jan Fabre con L’Uomo che sorregge la croce, occasione di fascino ancor più profondo.
CARAVAGGIO NAPOLI, aperta fino al 14 luglio, è un viaggio dunque. Che non va svelato ma va vissuto, soggettivamente. Attraversando emozioni e lasciandosi aiutare da strumenti, come una precisa crono-biografia che evidenza le conoscenze documentarie e letterarie del periodo, come la magica presenza di documenti dell’epoca, come un catalogo denso quanto leggibile (edito da Electa), come interagendo con schermi dove si possono ammirare i dettagli delle opere di Caravaggio digitalizzate, come il sobbalzo tra luci ed ombre di questo mondo caravaggesco. Un viaggio, questa mostra, che permette a Napoli, città complessa, di leggere attraverso queste opere se stessa, aprendo finestre future su mondi e modi possibili.
LE NUOVE TECNOLOGIE
Un capitolo a parte poi, è l’apertura a tecniche contemporanee. La mostra è al passo con i tempi e soprattutto al passo con l’utilizzo di nuove tecnologie al servizio dell’arte. In questa direzione Google Art & Culture contribuisce con un’importante tassello: riprende in altissima risuluzione i tre dipinti Napoletani dell’artista con la tecnologia Art Camera (fotocamera robotica che genera le immagini dei dipinti ad alta risoluzione). Ma non solo. Durante il periodo della mostra è possibile esplorare queste immagini, La Flagellazione di Cristo, Le Sette Opere di Misericordia, Il Martirio di Sant’Orsola anche nella mostra con schermi interattivi.
Una strada che Capodimonte sta attraversando da un po’ con le digitalizzazioni delle sue opere.
I TRASPORTI
Per collegare Caravaggio distribuito tra il Museo e il Real Bosco di Capodimonte e il Pio Monte di Misericordia sono previsti collegamenti costanti.
L’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Napoli ha istituito gratuitamente, durante i fine settimana corse continue negli orari dalle 8,30 (prima corsa via Duomo) alle 19,30 (ultima corsa da Capodimonte). Poi c’è la navetta del Citysightseeing Napoli con corse tutta la settimana ogni ora dalle 930 alle 1830. (www.citysightseeing.it/it/napoli/)
I COSTI
Il Biglietto costa 14 euro (ridotto 11) ma se si va anche a fare una visita anche al museo basta aggiungere un euro: 15 euro per il percorso completo (ridotto 14).
ALTRE ATTIVITA’
Nell’ambito della mostra anche un omaggio e spazio per Roberto De Simone, che di questa città è voce, a volte un po’ tradita. Sul Belvedere, a luglio, sarà messo in scena un percorso in mozart con 100 musicisti. Mentre sono diverse le occasioni di visite guidate e di incontro che sono segnalati a partire dal 19 aprile e di cui si può leggere sul sito del museo o sulla sua pagina Face book.