Forza Noemi. Il cartello davanti al Santobono di Napoli, il suo nome che riecheggia sulle pagine social: eco di speranza. Napoli si conferma città di violenza senza limiti, si conferma città di camorra, si conferma spazio in cui il diritto alla vita diventa un privilegio. E a ricordarlo un fatto che non sarebbe mai dovuto accadere.
Camminava, nella serata del 3 maggio, a soli 4 anni, per strada in piazza Nazionale con sua nonna. Questa la sua sola colpa. Essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Il proiettile, non destinato a lei ma a Salvatore Nurcaro (ferito ma non in maniera grave) ha colpito per sbaglio la nonna Immacolata Molino e molto gravemente la piccola Noemi. La sua vita appesa a un filo, al Santobono, dove è stata operata ma non è fuori pericolo. Lasciando tutti con un peso sul cuore. Perché i bambini no, non vanno toccati.
Neanche gli adulti, si immagina, ma i bambini che ne sanno di camorra e di lotte intestine, che ne sanno di azioni lecite e illecite e di interessi? I bambini non hanno ancora colpe e a quattro anni non hanno gustato neppure il sapore della vendetta. Napoli è sospesa. E sui social si associa la giornata di San Gennaro, del suo miracolo atteso e realizzato puntualmente, alla sorte di una cucciola destinata a un’esperienza più grande di lei.
Preghiere e tristezze che coinvolgono tutti. Ma soprattutto domani, 5 maggio, ore 11 è stata organizzata la manifestazione in piazza Nazionale DisarmiAMO Napoli, un invito a sostituire l’amore alle armi, l’appropriarsi della propria realtà.
“Napoli ha bisogno di essere disarmata, di essere liberata dalle camorre e dalla loro violenza” – scrivono sull’evento organizzato da Unpopoloincammino lanciato sempre dai social.
“A Napoli non manca solo la sicurezza – proseguono – Servono altri strumenti strutturali per disarmare questa violenza. Continuano a mancare le risorse per scuola, cultura, lavoro e welfare. Anche qui abbiamo ascoltato in questi anni solo parole, senza mai vedere un atto concreto. E allora siamo stanchi di attendere. Napoli la disarmiAmo noi, con la forza di una reazione civile, sociale e culturale”.