Ci sono libri che, una volta pubblicati, vivono nella forza delle loro parole, altri nella forza contagiosa delle parole dei loro autori. La prima presentazione del libro L’ignoranza dei Numeri. Storie di molti delitti e poche pene (edito da Baldini +Castoldi) di Francesco Paolo Oreste, poliziotto e amante delle parole, ha rappresentato una giusta sintesi tra queste due dimensioni.
Tutta la serata (14 settembre nello scenario del Lido Azzurro di Torre Annunziata) si è realizzata su questo doppio filo, il libro e l’autore, perché, è chiaro, tra Romeo Giulietti, ispettore di polizia con il suo mondo, e Francesco Paolo Oreste, ormai ispettore pure lui, c’è più che un semplice dialogo ma una connessa osmosi. Il mondo reale di Francesco Paolo ispira il mondo idealizzato di Romeo Giulietti che lo restituisce come forma del possibile, aprendo varchi o riflessioni o almeno tentativi di equilibri. Non si tratta di un giallo, del solito giallo, ma piuttosto della storia tra sogni, realtà e contraddizioni di un uomo di legge molto sensibile, che ai numeri, e al loro essere simbolo di una produttività, preferisce la profondità delle parole, delle poesie. Un ispettore che si lascia guidare dai sogni e che vive tutte le contraddizioni tra legge e giustizia, in nome della passione.
Il testo consente più fruizioni. La lettura solitaria è solo una. Il lettore partecipa alle avventure dell’ispettore Giulietti, che diventa una sorta di compagno di viaggio, con cui condivide il suo mondo e la sua lettura del reale. Ma la potenzialità dell’incontro tra il lettore ( o presunto tale) e il testo è interessante e carica di possibilità: il libro noir mantiene la sua forza sociale parlando di temi di interesse collettivo e la restituisce in ogni dialogo collettivo. Accanto e grazie all’omicidio di Tatore, attorno a cui ruota il testo, si arriva a parlare di storie di piccoli furti in moto, di discariche sul Vesuvio, di furto di oggetti d’arte. Di temi scottanti e reali del mondo vesuviano, tra denuncia e riflessione. E allora si comprende come la prefazione sia firmata da Erri De Luca, e che lo scrittore sottolinei: “Non so se esiste un Romeo Giulietti nella Polizia di Stato. Da cittadino sento chela sua figura dovrebbe essere materia di studio per chi si prepara a indossare la divisa per occuparsi della sicurezza pubblica”. In una visione che intende restituire al libro un suo compito sociale.
Il punto che vibra forte, in questa prima presentazione, è legata alla questione spazzatura scoppiata anni fa. Lo Stato decise di usare il Vesuvio come discarica mentre la puzza di ‘immondizia’ entra nelle case e la gente scende in piazza per dire no. Da che parte sta l’ispettore? E il suo alter ego? In effetti più che della storia in sé, un pezzo di cronaca recente, il libro ci racconta più universalmente il conflitto inevitabile tra giustizia e legge, quando non seguono la stessa strada.
Non è un caso che la prima presentazione del libro è stata di fatto realizzata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata Andreana Ambrosino, e anche se erano presenti il giornalista Francesco Gravetti e lo scrittore Luca Delgado con i loro significativi contributi, è lei che si diverte a dare una completa lettura del personaggio Giulietti. Sorprendendo per le sue doti di critico letterario a cui ha affiancato squarci di reale. Sempre aprendo finestre su Francesco Paolo Oreste uomo di polizia di cui apprezza, e condivide in qualche modo, quel suo non voler semplicemente stare alle regole e vedere gli esseri umani, anche nei ‘Tatore’ di turno. Non smettendo mai di evidenziare il contrasto tra essere e poter essere, tra l’idea che seguire la legge non voglia dire non poter valutarne le opportunità.
A parlare d’amore è invece Luca Delgado, scrittore e insegnante, che ha scelto di evidenziare il mondo delle contraddizioni sentimentali come cardine del viaggio proposto da Giulietti. L’amore doloroso per questa terra da proteggere e da attaccare, quello altrettanto doloroso per una donna viva nel pensiero ma che teme persa nella vita: sentimenti che ispirano i dubbi e le azioni dell’ispettore nella sua lotta appassionata tra essere e dover essere, vita e morte, tra giustizia e legge, coraggio e timore.
Il mondo del reale che vede uniti Giulietti e Oreste diventa poesia di gesti realizzati o mancati, nel prendere posizioni che possono creare probabili problemi di lavoro, come nella vita. Giulietti così diventa una figura che permette di parlare di temi estremamente attuali, ed è quello che fa Francesco Paolo Oreste nella sua prima presentazione, raccontando frammenti e aneddoti reali legati alle sue esperienze dirette sul Vesuvio, per la cava Sari. Uno sforzo, un dialogo per ragionare su come non smettere mai di lottare per far combaciare quanto più possibile giustizia e legge. Parlare di camorra come dimensione che sopperisce alla disorganizzazione dello Stato, di tutti i ragazzi costretti alla violenza come Tatore e di questa necessità di una polizia che stia dalla parte degli esseri umani, ognuno con il suo mondo di dubbi e complessità.
E allora, come ben spiega l’autore, ogni presentazione del libro diventa una sorta di azione. Diventa una speranza che può diventare fiducia. Le parole di un libro possono creare un senso comunitario, andare oltre il libro stesso e ricordare concretamente, oltre la posizione moralista, che l’umanità è quello che dovrebbe stare al centro di ogni azione.
L’Ispettore Romeo Giulietti, uomo tutto di un pezzo e pieno di contraddizioni, a partire dal nome storico quanto surreale, va assolutamente seguito. Lui e il suo doppio. Vari gli appuntamenti. Il 18 settembre a Trecase in villetta comunale (ore 18,30) , mentre a Castellammare di Stabia l’incontro è previsto per il 15 ottobre.