Una bella giornata per l’archeologia delle ‘periferie’ il 19 settembre. Non si festeggia solo San Gennaro. Il Parco Archeologico di Pompei ha festeggiato da una parte l’inaugurazione della Mostra “Pompei oltre le mura – le ville di Terzigno all’ombra del Vesuvio”, allestita presso il MATT (Museo Archeologico Territoriale di Terzigno) in Corso L. Einaudi. Dall’altra a Boscoreale la riapertura di Villa Regina, dopo nove anni con la proposta di visite serali Campania by night.
Il trait d’union dei due momenti si può sintetizzare con la parola: periferia. Perché in archeologia, da sempre, il cuore pulsante è considerato Pompei che assorbe tutte le energie e per una volta non è così. Ma soprattutto anche perché si tratta di due contesti, ed è forse più chiaro a Boscoreale questo, per i quali l’arte può e deve essere e significare rilancio. Non è solo un elemento archeologico.
Di questo tema, tra centro e periferie, si è discusso nella serata inaugurale della Villa Regina. A farlo più che il direttore Massimo Osanna che ammette di aver pensato più di una volta di chiudere il museo di Boscoreale, è l’archeologo Stefano De Caro che incentrato un lungo excursus sulla difficoltà dell’archeologia di periferia. A volte più interessante e significativa, ma certamente bistrattata. Proprio lui che ha iniziato lo scavo di Villa Regina trova in questa occasione un momento di rilancio di un’idea di progettualità, della ricerca di una progettualità per questo mondo archeologico che di fatto è la terra vesuviana.
Di fatto queste aperture vogliono rappresentare un cambio di orientamento, come più volte sottolineato in questi anni.
Nelle sale del MATT, ex mattatoio comunale ristrutturato del Comune di Terzigno (NA), invece si vedono intere pareti affrescate e reperti rinvenuti nelle ville denominate “Villa 1”, “Villa 2” e “Villa 6” venute alla luce durante le varie campagne di scavo. I reperti e gli apparati decorativi parietali, inquadrabili nelle pitture di II stile con suggestive rappresentazioni di prospettive architettoniche, sono stati oggetto di restauro. Degna di menzione la pittura del Larario, rinvenuto nell’ambiente cucina della “Villa 6” con la rappresentazione dei due lari e del Genio sacrificante e con la raffigurazione di due serpenti che si avvicinano ad un piatto di offerte.
Villa Regina. Sequenza magica di stanza in stanza, di una villa di ‘negotium’ per la produzione del vino. Orgoglio locale di una dimensione quotidiana della produttività antica che culmina nei calchi di tracce del carro che passò di lì l’ultima volta, o nel calco di un albero reso storto dalla forza dell’eruzione. Ma anche i dettagli di un larario con un’immagine di Satiro utilizzato come ‘Bacco’, segno di una necessità di vivere la propria religiosità propiziatoria. Una casa in restauro con tanto di guardiano trovato nel suo posto di ‘controllo’ e con la sala di rappresentanza che nella sua decorazione tra terzo e quarto stile racconta una semplicità probabilmente legata ad una mancanza di soldi, all’impossibilità di pagare un pictor imaginarius con i suoi quadretti. E poi tra graffiti nascosti e il calchi di pezzi del torculus sono restati intatti quei dolia, sempre diffusi in immagini, interrati dove il mosto si trasforma in vino, in ricchezza.
Un viaggio imperdibile che è costato per il restauro 480 000 euro dei fondi ordinari del Parco Archeologico di Pompei. Utilizzati per risolvere problemi di degrado, di infiltrazioni, il deteriorarsi di strutture in legno, la sostituzione delle coperture, le pareti pulite e consolidate. Utilizzati per poter permettere una visita in tutti gli aspetti della cultura romana.
Operazioni sinergiche di cui ci si aspetta sempre nuovi risvolti per ribadire che archeologia non è assolutamente solo Pompei. Le visite serali sicuramente attireranno persone, a Villa Regina, oltre quelle di Scabec, infatti fino al 12 ottobre sono previste il venerdì e sabato sera dalle 2030 alle 23 15 (ultimo ingresso ore 22). Particolarmente utile la piccola brochure realizzata che restituisce molti dettagli. Non resta che ricordare a quante più persone possibili di non perdere questa occasione di vedere l’unica villa rustica antica completamente visitabile.