Grande festa per il principe Raimondo il 30 gennaio: il suo 310esimo compleanno, l’esposizione di un suo raro ritratto realizzato da De Mura, la riduzione del costo del biglietto. L’iniziativa Buon compleanno Principe è una festa sentita, per ridare luce ancora a un personaggio e a un luogo già tanto luminoso da essere stato meta di 750mila turisti nel 2019. Ma il fatto è che Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, vissuto nel diciottesimo secolo è un personaggio centrale e tutt’oggi presente nella cultura napoletana. Chi vive attorno alla cappella della sua famiglia, chi vive dentro la Cappella magari lavorandoci, oltre ai tanti turisti di tutto il mondo, subiscono ancora il fascino di questo personaggio. Studioso, alchimista, ingegnoso spirito, sperimentatore di tante attività, curioso della vita è riuscito a creare una sorta di “testamento in pietra” completando la cappella della sua famiglia. Scrigno nel cuore della città di Napoli non è solo un luogo espositivo di capolavori d’arte, come il famosissimo Cristo Velato di Sanmartino, ma molto di più. Luogo dove bellezza e profondità, armonia e senso mistico vanno di pari passo.
Nato il 30 gennaio 1710, Raimondo di Sangro compie 110 anni e si fa festa. La cappella Sansevero, infatti, espone proprio da giovedì 30 un ritratto del Principe Raimondo di recente acquisizione e soprattutto offre l’opportunità di entrare a vederlo a tariffe speciali: chi compra il ticket in biglietteria pagherà 5 euro e se ha i 10 e i 25 anni, 3 euro. In occasione della festa, ogni visitatore riceverà una cartolina speciale, stampata per l’occasione, con l’acquisita immagine del Principe.
UN ‘NUOVO’ RITRATTO DI RAIMONDO DI SANGRO
Il ritratto del principe di Sansevero, colto in età matura, è di Francesco De Mura. Datato tra il 1745-55 offre un volto serio ma anche giovale del principe e arricchirà la cappella: dopo essere stato esposto a San Martino con la mostra Ritorno al Barocco, nel 2010 in occasione dei 300 anni del principe, poi acquisito nel 2019 dalla galleria Porcini, viene esposto permanentemente alla fine del percorso espositivo, nella sacrestia.
Uno sguardo profondo, un viso aggraziato, un accenno di sorriso in un volto luminoso completato da un parrucchino bianco, definiscono una visione leggiadra del Principe Raimondo. I dettagli del suo abbigliamento racchiudono e raccontano la sua storia: l’armatura rimanda alla sua vita militare da colonnello del Reggimento di Capitanata del 1743 e protagonista della battaglia di Velletri. La fascia rossa che si vede sulla spalla destra e il manto che lo avvolge sono le insegne dell’Ordine di San Gennaro che gli vengono consegnate dal 1740. Il pettorale, la testa leonina, è arricchito da un volant color azzurro e oro, dello stemma dei di Sangro. E poi la mano, espressiva, racchiude la vividezza di questo ritratto e l’eleganza di questo personaggio. Si aggiunge così un tassello nell’immagine dell’amato e ammirato personaggio ammantato di mistero, delineato da un artista come De Mura che nella ritrattistica vive una dimensione artistica fondamentale.
Il riconoscimento del ritratto, comunque proveniente dal mercato antiquario madrileno, è stato proposto per la prima volta da Katia Fiorentino, in occasione della mostra Ritorno al Barocco, e poi accettato comunemente. Si è basato sul raffronto con l’incisione ad acquaforte di Ferdinando Vacca (1747-50) e il successivo ritratto su rame di Carlo Amalfi.
UNA CAPPELLA MAGICA
Tanti sono i racconti o le coincidenze che fanno pensare ad una dimensione eterna dell’ essenza del principe Sansevero in questo posto. I custodi della cappella si rivolgono spesso al principe come ad una presenza, viva che protegge e accoglie. A parte le suggestive Macchine Anatomiche, le lampade eterne, la ricerca della vita eterna e il racconto della sua morte, sa di ‘magico’, tutto sommato, anche il dato di oltre 750mila visitatori nel 2019, visto il piccolo spazio e la conseguente pazienza necessaria. Nei secoli si sono comunque succeduti tanti racconti di storie e miti in relazione principe ma tutti, alla fine, contribuiscono a creare di lui un’immagine di chi ha la capacità e la vivacità di andare ‘oltre’ schemi prestabiliti. E per questo può incutere timore, avvicinarsi a tendenze magiche, più o meno positive, a seconda. Non fu certo una persona per tutti facile ma le opere della Cappella sono la manifestazione concreta del suo pensiero: tutte speciali, uniche, simboliche, osano, stimolano riflessioni e stupiscono per la bellezza.
Operosità e ingegno, ricerca e curiosità, ma soprattutto cura sono le qualità che si ritrovano anche in chi dirige questo posto. Chi, con un’idea di valorizzazione di un angolo di Napoli per un periodo dimenticato, è riuscito passo dopo passo a riorganizzare, con rispetto, la bellezza e il bene. E che, al di là del successo ottenuto, continua a vivere con orgoglio il valore di questo posto e continua a migliorare e migliorarlo.
“Siamo veramente felici di questa nuova acquisizione del Museo, che i nostri visitatori potranno ammirare insieme ai tanti capolavori che conserviamo – commenta Fabrizio Masucci, direttore del Museo Cappella Sansevero. – Benché sia ampiamente documentato che la committenza artistica di Raimondo di Sangro andò ben oltre l’ambito della Cappella Sansevero, è assai raro che vengano rinvenute opere direttamente legate all’attività mecenatesca del principe”.