
Il 9 marzo 2020 forse resterà nella storia italiana come il momento della ‘quarantena collettiva’. Il presidente del consiglio Conte lancia la novità già comunque attesa: si chiama #iorestoacasa ed impone regole di relazione sociale importanti. Tutte le limitazioni che prima riguardavano solo alcune zone d’Italia adesso riguardano tutta Italia, fino al 3 aprile. Per uscire di casa bisogna avere un motivo diverso dallo semplice stare insieme: cioè lavoro, spesa, visite mediche, farmacie. Dunque i negozi per la sopravvivenza restano aperti, e là si può andare, ma uno per famiglia, a comprare beni necessari. E tutti i negozi, gli spazi devono garantire il rispetto delle regole di sicurezza tra le persone. Gli spostamenti sono limitati e comunque per circolare bisogna avere un modulo di autodichiarazione (scaricabile cliccando qui) per “dichiarare” la propria necessità.
Poi le altre ‘regole’ vengono ribadite come lo stare in tutti gli spazi con altre persone (dai commerciali agli uffici) a un metro di distanza. I bar, ristoranti sono aperti dalle 6 alle 18 con la condizione di poter rispettare appunto le ‘distanze di sicurezza’. Si può fare una passeggiata solitaria, in luoghi poco frequentati. E vale la saggezza di non creare occasioni di incontro con altri limitando così ogni possibile eventuale contagio. Sono sospese, ma questo già da domenica, tutte le celebrazioni liturgiche, e comunque tutte le manifestazioni. Si ferma anche il calcio. Mentre le scuole e le università, che hanno spesso attivato corsi a distanza, restano chiuse fino al 3 aprile. Insomma scenari di cambiamento delle abitudini ( i dettagli li potete leggere anche cliccando qui).
Per la regione Campania il Governatore ha firmato un’ordinanza che chiude negozi di barbiere, parrucchiere e centri estetici. Ma sempre per la nostra Regione è stato attivato un numero verde per un supporto telefonico psicologico per chi avesse necessità 800960528.
Per gli anziani, over ’70, non autosufficienti o disabili soli, senza parenti che possano aiutarli e che vivono nelle città di Afragola, Agerola, Aversa, Carinaro, Caivano, Casandrino, Casola di Napoli, Castellammare di Stabia, Cesa, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Gragnano, Gricignano d’Aversa, Grumo Nevano, Orta di Atella, Pomigliano d’Arco, Sant’Anastasia, Sant’Antimo, Sant’Antonio Abate, Sant’Arpino, Scafati, Succivo, Torre Annunciata, Torre del Greco, questo stesso numero 800960528 può servire pure per chiedere un aiuto nel farsi portare la spesa a casa gratuitamente.
Tutto segue un filo logico, ed è il profondo senso che ispira questo provvedimento che dovrebbe ispirare i nostri comportamenti. Dal momento che si è appurato, così almeno in Cina, che evitare i contatti impedisce al virus di circolare e quindi sopravvivere, sono state estese queste direttive. Serve, ma solo per cronaca, ricordare che andare al mare o in montagna, ammassati, come è successo anche per persone provenienti da zone a rischio in questi giorni è stato un atto che ha portato all’irrigidimento delle direttive. Serve ricordare che anche i giovani possono ammalarsi, e che, comunque possono contagiare i propri parenti. Serve ricordare che la ‘tracotanza’ mostrata in molti video, la noncuranza e il disprezzo delle regole non ha aiutato a fermare una crisi che, purtroppo, vede al centro ospedali che potrebbero non poter garantire la presa in cura di tutti i malati per mancanza di posti. Lo scenario terribile e da scongiurare è proprio questo. E serve raccontare, con un certo distacco sociologico, che la prima reazione dopo il discorso del Presidente Conte è stato l’assalto ai supermercati: ennesima occasione di contagio, così come le corse verso il Sud di sabato scorso.
Dicono ormai che il popolo italiano non sa rispettare le regole. Ma tutto questo può essere la conseguenza di paura, di una ritualità apotropaica che è basata però su un approccio irreale: io sono eterno e invincibile, gli altri non mi riguardano. Due visioni finte che questo virus tira fuori, così come tira fuori, d’altro canto, anche la possibilità di fermarci ad ascoltare davvero il profondo senso. Sdrammatizzare preoccupandosi solo del proprio orticello non salva da un virus che è nell’aria e non fa differenze. Chissà quanti contagi avverranno grazie all’egoismo della paura? chissà quanti di noi sarebbero disposti a dividere, in caso di necessità reale, con gli altri?
Intanto si può continuare a sdrammatizzare sorridendo a uno dei tanti messaggi che con frenesia circola nel mondo dei social e dei contatti virtuali. Quelli davvero incrementati e incrementabili senza rischi. E davvero concludere che NON si tratta di guerra o di peste, ma in questo momento chiedono di stare a casa, non di andare a combattere, per contribuire al bene comune. Una richiesta che non sembra così difficile da attuare. Se poi si guarda bene si tratta sempre di un’occasione, per aprire le porte del nostro profondo e dialogare con noi e con chi ci è più vicino e, se se ne coglie l’occasione, scoprire sempre nuove cose.