L’era del Coronavirus è iniziata. Il volto dello studente e dei professori cambia non poco. Partono le lezioni a distanza. In alcune scuole ci si è limitati essenzialmente ad assegnare un carico di compiti per i giovani studenti. Complice la difficoltà di affrontare il mondo della tecnologia. In molte università iniziano a partire le lezioni online, realizzate con maggiore o minore velocità da parte dei professori che hanno dovuto cercare nuovi metodi per affrontare nuove tecnologie. Partono anche gli esami online e le sedute di laurea da casa. L’idea è reagire a questo momento di sospensione.
All’Università degli studi di Napoli L’ Orientale, ad esempio, fanno lezioni a distanza, oppure si usano aule virtuali in cui si caricano i materiali o lezioni registrate. Le piattaforme e-learning più usate sono Microsoft Teams o Moodle, ma i vari professori hanno anche cercato in base alle loro esperienze soluzioni più o meno efficaci. Con esigenza certa di mettersi in gioco in maniera diversa. La vita universitaria continua, ma ci si inizia a chiedere quanto caro possa essere il prezzo di questa nuova forma di didattica.
Queste lezioni chiedono duttilità nel sviluppare, partendo da zero, un metodo che deve piegarsi a un medium diverso che sostituisce il dialogo diretto. Sono un esempio di efficienza, certo, danno un senso di continuità, certo, ma a discapito di una parte essenziale del buon insegnamento: il dialogo empatico, le lezioni adattate e tarate sul proprio gruppo di lavoro, scuola o università che sia. Ma in tempi di coronavirus questa azione dà la possibilità di continuare il proprio percorso e non sospenderlo per poi trovarsi in difficoltà dopo il ritorno alla ‘normalità’. È un atto di bellezza e di seria partecipazione.
Federica, iscritta al terzo anno all’Università l’Orientale è una delle prime a vivere la nuova esperienza dell’esame via Microstoft Teams e ne racconta il doppio volto, positivo e negativo.
“L’idea di fare esami da casa è una cosa ottima, ci permette di andare avanti nelle nostre attività. Nel mio caso ci tenevo tanto perché superando questi esami posso accedere al tirocinio che va completato prima della laurea“.
Gli esami online si condividono con un collega, testimone dell’esame, tutto attraverso computer o cellulari. Il che può riservare vantaggi e svantaggi. L’esame Federica lo sostiene dopo meno di dieci giorni dopo rispetto l’appello previsto, ma nonostante la gioia di aver chiuso un capitolo, non è pienamente soddisfatta di questo nuovo modo.
“Ovviamente come ogni cosa ha i suoi lati positivi che negativi. Io, sinceramente, preferisco i contatti diretti. Certamente il professore, che stimo molto, ha cercato di alleggerire l’atmosfera: ci siamo messi pure a scherzare ma preferisco un approccio face to face. Non è la stessa cosa. Non sono una persona che usa molto i social, tranne WhatsApp, e inizialmente ho avuto difficoltà con questo approccio che, solo in un secondo momento, si è rivelato più semplice di quello che sembrava.
Quello che ha influenzato la mia esperienza di esame- continua la giovane studentessa – , per esempio, è stata la qualità dell’audio: mentre il professore mi faceva delle domande io avevo difficoltà proprio a sentirlo. Questo un po’ lo ha spazientito, e certo ha avuto un effetto sul risultato. Decisamente se fosse stato un esame normale non avrei avuto gli stessi problemi ma non ho potuto rimandare l’esame per evitare, come dicevo, di rimandare il tirocinio. Quindi va bene così, ma questi incidenti possono capitare. La mia collega parlava ma non riuscivamo a sentirla proprio in alcuni momenti. Ma mi rendo conto che ci vuole pazienza anche perché siamo agli inizi.”
Al di là di tutto, dal dialogo con Federica quello che emerge è il suo sollievo nel non aspettare con le mani in mano che il tempo passi. Azioni per continuare a vedere prospettive future piuttosto che rimpiangere la sospensione del presente. Un fatto possibile grazie al fatto che nelle università con impegno, anche straordinario, dei professori si cerca di inserire tasselli per creare una vita che si adatta alle novità e alle variabili, reagendo. E così una situazione sospesa diventa stimolo per trovare e adeguarsi a nuove strade, in cui le parole chiavi sono sperimentare, distanze di sicurezza, virtuale, chiusura in casa. Tutte dimensioni in cui è richiesta, si spera non per molto tempo, una grande capacità di adattamento.