«L’inquinamento del Sarno influisce in maniera devastante sulla possibilità di garantire un adeguato rispetto e godimento del diritto alla salute, connesso al diritto ad un ambiente salubre e ad uno standard adeguato delle condizioni di vita. Ho deciso pertanto di scrivere una lettera alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con sede a Strasburgo, per informarla in merito alla rinnovata emergenza del fiume Sarno, allo scopo di salvaguardare i miei cittadini dai pericoli derivanti da un disastro ambientale di enormi proporzioni». Così il sindaco Gaetano Cimmino in merito alla questione relativa al fiume Sarno.
Dopo oltre 40 anni di grave degrado, a seguito della sospensione dell’attività delle industrie che operano nelle vicinanze del fiume causata dall’emergenza Covid-19, le acque del Sarno erano tornate quasi limpide.«L’entusiasmo, però, si è rivelato effimero, dal momento che, con la ripresa delle attività industriali, sono riapparsi liquami e scarichi inquinanti all’interno del fiume, che rivelano in maniera inequivocabile che continuano ad esserci aziende che scaricano i propri reflui nel fiume piuttosto che inviarli a depurazione
«Già nel corso del mese di novembre 2018 ho deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, per denunciare la presenza di agenti inquinanti che, attraversando la corrente del fiume, sfociano in mare. Sversamenti provenienti da aziende del settore agroalimentare e concerie, che riversano un ventaglio assortito di sostanze tossiche per l’uomo e per l’ambiente: cadmio, piombo, rame, nichel, vanadio, arsenico, zinco, manganese, ferro e pesticidi.
L’area attraversata dal Sarno, non a caso, è stata definita dai ricercatori “il pentagono della morte”, dal momento che gli abitanti delle aree limitrofe al fiume sono soggetti ad un elevato tasso di mortalità per cancro. Un crimine nei confronti del nostro ecosistema, che mette a repentaglio la salubrità dell’ambiente e la salute di tutti i cittadini» conclude.