
La data del 18 maggio per il mondo dell’arte rappresenta lo spartiacque, la ripartenza, l’inizio della fase 2: è il giorno in cui musei, parchi archeologici, luoghi d’arte possono riaprire. Ma non sarà per tutti così.
Al momento l’unica realtà che ha annunciato una riapertura, ma solo del Parco, è Capodimonte che cerca di restituire ai cittadini il suo polmone verde, lavorando a ritmo serrato sul creare percorso differenti per chi corre e chi passeggia, per allestire una cartellonistica chiara. Bisognerà aspettare giugno invece per tornare nel museo, un tempo necessario per studiare nei particolari come organizzare questa riapertura.
Paestum invece si sa che riaprirà il 18 maggio, lo annuncia il Mibact mentre si aspettano a breve le indicazioni da parte del Parco stesso. Questa realtà ha lavorato a un piano che utilizza le forze interne per riuscire a gestire la crisi e assicura distanze sociali e un sistema agevole. Il parco archeologico di Paestum e Velia riaprono insieme alla certosa di Padula. Non ci sono accordi per visite guidate, non si sa come e se saranno possibili.
Pompei invece, rilancia al 26 maggio il primo tentativo di far accedere persone, a distanza di ‘sicurezza’, nell’antica città. Hanno studiato un metodo preciso: entrata solo da porta Anfitetatro (in un sistema di concertazione con il comune e le forze dell’ordine), solo in una possibile passeggiata tra le strada dell’antica Pompei. Ovviamente in mascherina. Un’apertura che rimanda a giugno, quindi, la definizione di un’organizzazione per l’accesso anche a domus e la possibilità di servirsi di visite guidate. Indiscrezioni regalate ad alcuni giornali fanno sapere che, nella seconda fase della riapertura, dovrebbe essere visitabile la casa del Fauno, che ha un doppio ingresso/uscita. E poi si stanno appuntando “applicazioni” per ‘controllare’ la presenza di turisti. Sicuramente il Parco di Pompei ha sentito tutte le forze di lavoratori con cui condivide il percorso, ma al momento non si è ancora definito neppure come poter realizzare delle visite guidate e riaprire il parco anche alle guide turistiche e al loro lavoro.
Meno definita la situazione dei piccoli musei, quelli che rientrano nel Polo museale. Riapriranno? e Come? sono effettivamente decisioni che verranno vagliate a seconda delle circostanze. Il punto interrogativo è sempre doppio: chi sono i visitatori di questi tempi? Quale museo può aprire con la certezza di mettere in sicurezza i propri visitatori, al riparo da ogni rischio di eventuale contagio? La differenza tra una gestione autonoma del museo e l’essere parte di un Polo si concretizza anche per quanto riguarda la gestione di questa crisi.