Le attività investigative, svolte anche attraverso operazioni di intercettazione telefonica ed ambientale, installazione di impianti di videoripresa, attività di osservazione, pedinamento e controllo ed acquisizioni documentali, hanno permesso di accertare la pianificazione e la commissione, ad opera di Adolfo Greco, di una pluralità di reati di corruzione in relazione al progetto di riconversione del complesso industriale dismesso ex Cirio di via Napoli Traversa Mele.
Lo stesso imprenditore stabiese e Tobia Antonio Polese, proprietario dell’hotel “La Sonrisa” di Sant’Antonio Abate, il “boss delle cerimonie” dell’omonimo programma televisivo, scomparso qualche anno fa, erano i titolari della Polgre Europa 2000 srl che aveva presentato al Comune di Castellammare di Stabia, sulla base di una relazione tecnica redatta dall‘ingegnere Antonio Elefante (direttore tecnico della società di ingegneria SAEC srl), un progetto di recupero e riqualificazione dell’area suddetta ai sensi dell’art. 7 comma V della legge regionale n. 19/2009 (piano casa), a seguito del decorso dei termini per l’esame della richiesta, aveva attivato la procedura prevista dall’art. 4 della legge regionale 19/2001 per la nomina di un commissario ad acta che, in sostituzione dell’ente rimasto inerte, avrebbe dovuto provvedere all’istruttoria e all’adozione del provvedimento conclusivo in merito alla richiesta di rilascio del permesso a costruire.
Le indagini hanno consentito di acclarare che Greco, con la complicità di Polese e di Giuseppe Passarelli, amministratore unico della Passarelli spa, società che avrebbe dovuto realizzare i lavori, aveva in prima battuta tentato di ottenere la modifica della legge regionale 35/87 (PUT della costiera sorrentina-amalfitana) – ostativa alla realizzazione dell’intervento – accordandosi con il consigliere regionale Mario Casillo, capo gruppo del PD, affinchè intervenisse sugli esponenti di tale partito politico per il ritiro dei numerosi emendamenti proposti nel corso dell’iter modificativo della legge. In cambio del suo intervento nella faccenda, l’on. Casillo, con la mediazione di Gennaro Iovino, esponente politico stabiese del PD, chiedeva, in relazione a tale progetto di riconversione, l’affidamento dei lavori di impiantistica elettrica ad una ditta a lui vicina.
A seguito del fallimento di tale iniziale strategia, i medesimi soggetti, d’intesa con il tecnico di fiducia, l’ingegnere Antonio Elefante, mutavano referente politico e intervenivano sull’assetto normativo vincolistico vigente sull’area ex Cirio, ottenendo la modifica della legge Regionale n. 19/2009 ad opera del collegato alla legge di stabilità finanziaria del 2014 ( l.r 16/2014), che prevede espressamente l’applicabilità delle norme premiali del così detto Piano Casa ai territori sottoposti ai vincoli di inedificabilità relativa, di natura paesaggistica, imposti dal PUT.
Sulla scorta di tali modifiche normative, Adolfo Greco, in considerazione delle resistenze manifestate dai funzioni dell’UTC del Comune di Castellammare di Stabia, otteneva da Antonio Pentangelo, quale Vice Presidente della Provincia di Napoli, la nomina di un commissario ad acta, nella persona dell‘architetto Maurizio Biondi, per il rilascio del permesso a costruire.
Le indagini hanno consentito di accertare che il commissario Biondi era legato a Cesaro Luigi da uno stretto rapporto personale e professionale e con Francesco Cesaro, figlio del parlamentare, con cui l’architetto condivideva lo studio professionale.
Per tale nomina pilotata, Greco e Polese avrebbero regalato ad Antonio Pentangelo un orologio di gran valore, un Rolex d’oro. Per Luigi Cesaro invece erano stati riservati 10mila euro in contanti. Greco inoltre interveniva sull’imprenditore Giuseppe Imperati affinchè questi affittasse a Forza Italia l’immobile di piazza Bovio, 8 a Napoli, da adibire a sede del partito, con un canone di 3mila euro invece della prima richiesta di 5mila euro. Greco avrebbe inoltre fornito sostegno per la campagna elettorale del figlio di Luigi Cesaro, Armando, per l’elezione a consigliere regionale campano nel 2015. Attualmente Armando Cesaro è capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale della Campania.
Al fine di ottenere il rilascio del permesso a costruire, Greco, per il tramite dell’ing. Antonio Elefante, elargiva inoltre al commissario ad acta Maurizio Biondi la somma complessiva di 12mila euro e in cambio otteneva l’adozione della determina commissariale di accoglimento del 13 aprile del 2016. Dalle conversazioni intercettate è emerso che la somma consegnata da Greco all’ing. Elefante, destinata a Maurizio Biondi, ammontava complessivamente a 20mila euro, ma Elefante consegnava al commissario ad acta “solo” 12mila euro, trattenendo per sé la differenza.
Le indagini hanno consentito di accertare altresì che Adolfo Greco aveva corrotto anche i tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate, Colavecchia e Ciofalo, incaricati di seguire la verifica fiscale per l’anno 2012 presso la sua azienda (C.I.L.srl) nonché di Campitiello, estraneo al settore verifiche in quanto in servizio presso l’Ufficio Legale della medesima Direzione provinciale, ma legato da pregressi rapporti personali con l’imprenditore Greco, al quale preannunciava la notizia della imminente verifica fiscale e che si adoperava per coordinare l’operato dei funzionari addetti alla suddetta verifica, risultata “infedele” in quanto non corrispondente alle evidenze contabili.
Quale corrispettivo di tale verifica infedele i suddetti pubblici funzionari ricevevano da Adolfo Greco e da sua moglie, Angelina Anita Rega, che materialmente approntava la provvista, la somma in contanti di 30mila euro rinvenuta, all’interno di una borsa “24 ore” di Campitiello e materialmente consegnata da Greco all’interno degli uffici della sua società. A Campitiello sono contestati anche reati di falso ideologico in atto pubblico, poiché nelle ore in cui riceveva le “mazzette” presso la sede della CIL in Castellammare di Stabia, dichiarava il falso attestando la sua presenza dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale della Campania a Napoli.