
Lo studio è stato promosso dall’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Napoli in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Azienda Ospedaliero-universitaria di Modena e l’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia oltre che con la commissione tecnico scientifica di AIFA. Il farmaco ha superato la prova. I risultati evidenziano una riduzione della mortalità a 30 giorni. Ora lo studio sarà presto pubblicato su una rivista internazionale in modo da consentire una revisione approfondita da parte della comunità scientifica. Carlo Salvarani della Università di Modena e Reggio Emilia, direttore della Struttura Complessa di Reumatologia, uno tra i quattro autori del protocollo nazionale e co-investigatore principale soeuga che “il Tocilizumab è un farmaco biotecnologico, inibitore specifico dell’interleuchina 6, una citochina che gioca un ruolo importante nella risposta immunitaria ed è implicata nella patogenesi di molte malattie in cui vi è una importante risposta infiammatoria, in particolare le malattie autoimmuni. Ebbene, nelle più gravi polmoniti da COVID19, quelle che hanno la prognosi più severa, si è notato che il problema principale non è il virus ma l’abnorme risposta del sistema immunitario, una vera e propria ‘empesta citochinica’. Questa eccessiva risposta immunitaria è in parte governata dalla interleuchina-6 e la sua inibizione può quindi ridurre questa risposta immunitaria abnorme con eccessiva infiammazione, e quindi ridurre il danno polmonare”.