
Il corpo del capo dice tutto. Salvini è alla canna del gas, è passato dalle felpe alla giacca e cravatta per tentare di arrestare l’emorragia nei sondaggi. In Campania non l’hanno capito ancora, c’è chi chi canta la messa e chi, la vuole o non la vuole, è disposto a tutto per lasciare un segno europeo fragile e vuoto, populista a denti larghi. Nell’Agro sono ancora più tardivi, non hanno compreso che per fortuna il Belgio è passato, protesi arditamente come sono ad impossessarsi di spazi informativi dandoli in affidamento coatto a chi non sa fare nemmeno la vocale chiusa con un recipiente atto a soddisfare la sete, insomma la o col bicchiere, e a magnificare Giorgio di Salò per mostrarsi destrosi come nemmeno sono o a scrivere delle mirabolanti notizie su Montesano sulla Marcellana, non sanno manco dove si trova, ovvero ai confini della realtà campana, ma serve a riempire… Il carogna virus ha svelato la fragilità legaiola, resta solo Zaia, il resto è noia, come la pretesa di giornalismo di certe ca-rogne che è meglio evitare, a confronto loro persino Rocco Casalino è da Pulitzer e, vi assicuriamo, l’impresa non è titanica. Polpot non è il massimo della vita, ma certamente dalle nostre parti è il massimo dalla vita in su, per arrivare al cervello, la carne è debole, lo sappiamo, ma il muscolo pensante resta forte. Ne vedremo delle balle.