La canzone del Piave, conosciuta anche come La leggenda del Piave, è una delle più celebri canzoni patriottiche italiane. Il brano fu composto nel 1918 dal maestro Ermete Giovanni Gaeta (noto con lo pseudonimo di E.A. Mario).
I fatti storici che ispirarono l’autore risalgono al giugno del 1918, quando l’Impero austro-ungarico decise di sferrare un grande attacco (ricordato con il nome di battaglia del solstizio) sul fronte del fiume Piave per piegare definitivamente l’esercito italiano, già reduce dalla sconfitta di Caporetto. L’esercito imperiale austriaco si avvicinò pertanto alle località venete delle Grave di Papadopoli e del Montello, ma fu costretto ad arretrare a causa della piena del fiume. Ebbe così inizio la resistenza delle Forze armate del Regno d’Italia, che costrinse gli austro-ungarici a ripiegare.
Il 4 luglio 1918, la 3ª Armata del Regio Esercito Italiano occupò le zone tra il Piave vecchio ed il Piave nuovo. Durante la battaglia morirono 84.600 militari italiani e 149.000 austro-ungarici. In occasione dell’offensiva finale italiana dopo la battaglia di Vittorio Veneto, nell’ottobre del 1918, il fronte del Piave fu nuovamente teatro di scontri; dopo una tenace resistenza iniziale, in concomitanza con lo sfaldamento politico in corso nell’Impero, l’esercito austro-ungarico si disgregò rapidamente, consentendo alle truppe italiane di sfondare le linee nemiche.
Calmo e placido, al passaggio
Dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
L’esercito marciava
Per raggiunger la frontiera
Per far contro il nemico una barriera…
Tacere bisognava, e andare avanti!
Sommesso e lieve il tripudiar dell’onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero,
Il Piave mormorò:
Non passa lo straniero!
Si parlò di un fosco evento,
E il Piave udiva l’ira e lo sgomento…
Ahi, quanta gente ha vista
Venir giù, lasciare il tetto,
Poi che il nemico irruppe a Caporetto!
Venivan a gremir tutti i suoi ponti!
Sommesso e triste il mormorio de l’onde:
Come un singhiozzo, in quell’autunno nero,
Il Piave mormorò:
Ritorna lo straniero!
Per l’orgoglio e per la fame
Volea sfogare tutte le sue brame…
Vedeva il piano aprico,
Di lassù: voleva ancora
Sfamarsi e tripudiare come allora…
Mai più il nemico faccia un passo avanti!
E come i fanti combatteron l’onde…
Rosso di sangue del nemico altero,
Il Piave comandò:
Indietro va’, straniero!
Fino a Trieste, fino a Trento…
E la vittoria sciolse le ali al vento!
Fu sacro il patto antico:
Tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti…
Le forche e l’armi dell’Impiccatore!
E tacque il Piave: si placaron l’onde…
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
La Pace non trovò
Né oppressi, né stranieri!