Francobolli, monete, sue commedie riproposte. Ma è sempre, tutto, maledettamente per un genio come lui, genio dal carattere tutto particolare, intrattabile per lui, tutti dovevano chiamarlo direttore, solo Pupella Maggio poteva dargli del tu tra i suoi vari attori di epoca diversa, capace di litigare col fratello Peppino in maniera brutale e lunghissima, costringendo Titina a scegliere. Senatore a vita, padre di Luca andato via troppo presto, capace di sostenere i ragazzi reclusi nelle carceri minorili ma anche a dire di lasciare Napoli a chi voleva avere un futuro vero.
“Centoventi anni fa nasceva Eduardo De Filippo, straordinario protagonista del panorama culturale italiano del Novecento, autore prolifico e genio creativo apprezzato in tutto il mondo, che ha saputo coniugare tradizione e modernità. Figlio d’arte, formatosi giovanissimo nell’ambito del teatro napoletano, ha sperimentato, nel corso della sua vasta e versatile carriera, percorsi inediti che, superando la comicità farsesca fine a se stessa, hanno trasposto nella rappresentazione scenica i temi della realtà contemporanea, con le incertezze, le aspettative, le illusioni e i disincanti di una umanità segnata da eventi epocali e da forti contraddizioni”. Lo afferma afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il quale De Filippo rappresenta “un autentico punto di riferimento per generazioni di artisti e una preziosa eredità da custodire”. “Il suo peculiare stile espressivo, incentrato sulla caratterizzazione dei personaggi impersonati, resi vitali e spontanei grazie a una raffinata tecnica di recitazione che univa al sapiente uso del dialetto, dando luogo a fraseggi entrati nel nostro patrimonio linguistico, l’intensa capacita’ interpretativa, ne testimonia l’abile maestria e il talento comunicativo”. Oltre alla qualità del repertorio artistico, ricco di capolavori di impareggiabile valore e di grandissima notorietà, estesosi nel tempo alla cinematografia, la figura di Eduardo De Filippo – spiega ancora il capo dello Stato – si è distinta anche per l’impegno sociale e civile sollecitando l’attenzione sulla tutela dei diritti dei minori detenuti negli Istituti di pena e sulla realizzazione di un teatro stabile nella sua città”. “Il suo contributo al servizio del teatro e della cultura, che gli valse l’assegnazione di prestigiosi premi e, nel 1981, il più alto riconoscimento con la nomina a Senatore a vita, costituisce tuttora un autentico punto di riferimento per generazioni di artisti e una preziosa eredità da custodire”.