Ieri sera sono andato al Centro Plaza, per comprare finalmente un gelato. Buona parti delle luci della piazza erano spente, ma questa purtroppo è una consuetudine.
Il tragitto, a piedi, da casa verso via Berlinguer, è stato abbastanza complicato. Cumuli di immondizia più o meno ovunque, erbacce e rifuti sui marciapiedi, lampioni accesi a targhe alterne. Ma anche questa, sempre purtroppo, è oramai una consuetudine.
Eppure garantire la mobilità, soprattutto quella pedonale, e la possibilità di vivere i luoghi pubblici in maniera sicura e sana dovrebbero essere oggi più che mai urgenze non indifferibili.
La città che vivremo in questi mesi di – si spera- transizione post Covid19 dovrebbe essere caratterizzata da un celere aumento dello quantità e della qualità di spazio pubblico di cui possono fruire i cittadini. La locuzione “distanziamento sociale” è aberrante, ma il distanziamento fisico sarà però necessario.
Non si può chiedere alle persone di rimanere barricate ancora in casa, soprattutto a chi non ha la fortuna di avere giardini o terrazzi a sua disposizione (o, a breve, aria condizionata).
Né si può pensare che il problema “degli spazi” si possa risolvere concedendo dehors in maniera gratuita agli esercizi commerciali, cosa per carità anche giusta in questa fase, ma di certo non risolutiva del problema: a meno che qualcuno non pensi che il diritto allo stare all’aria aperta debba coincidere con il dovere di consumare.
E dunque penso sarebbe opportuno che tra una lettera al Prefetto e l’altra, il Sindaco scrivesse anche una lettera agli scafatesi: nella quale spiegasse come vuole garantire alla sua comunità la possibilità di vivere in piena libertà e sicurezza la città.
Lo ripetiamo: bisogna allargare lo spazio pubblico presente in città, allargare la possibilità dei cittadini di camminare, passeggiare, fare attività sportiva, respirare all’aria aperta. Soprattutto per i bambini, e per i soggetti e le fasce sociali più deboli.
Per fare questo, occorre ripensare e re-immaginare, ed agire. Dalla Villa Comunale al Parco Primato, vanno restituiti i parchi pubblici alla città. Va messa in sicurezza e riaperta la pista ciclabile, e verificato con i Sindaci di Angri e di Pompei la possibilità di costruire percorsi ciclabili – anche momentanei – di collegamento tra le città. Vanno puliti di rifuti e di erbacce i marciapiedi, per favorire la mobilità pedonale. Vanno immaginati e resi fruibili percorsi pedonali alternativi di attraversamento della citta, come la stradina bellissima che collega via Budi al ponte di Bagni, o la trada che va da via Diaz a via Vitiello. Vanno censite le aree pubbliche o private dismesse, e restituite ai quartieri con piccoli parchi giochi o comunque spazi verdi aperti: penso allo spazio aperto che lambisce via Togliatti e via Pagano, ad esempio.
Va organizzato un piano straordinario per la pratica dello sport in città, con campetti di calcio e da basket e “palestre all’aperto” nei quartieri, dalle Palazzine Ina Casa di Via Martiri d’Ungheria a quelle di Mariconda (servirebbero pochissimi fondi, due porte un canestro, attrezzi fissi come in tutti i parchi d’Italia).
Insomma. Ci sarebbe davvero tanto da fare. Per rendere Scafati un posto migliore dove vivere. Speriamo che anche il Sindaco, finita l’emergenza delle liti in maggioranza, cominci ad occuparsi pure delle emergenze che riguardano la città.
Michele Grimaldi, capogruppo democratici e progressisti, segretario PD Scafati.