Vittorino Nappi, detto “’o studente”, guappo di Scafati dalle tante vite. Rampollo di buona famiglia che si forma alla Badia di Cava, dove consegue la maturità classica, “don” Vittorino, che nel libro di Joe Marrazzo “Il camorrista” viene indicato come il “maestro” di Cutolo. A fine settembre del 1943 è uno dei protagonisti dell’insurrezione grazie alla quale il popolo di Scafati riesce a cacciare gli occupanti tedeschi, addirittura prima delle eroiche Quattro Giornate di Napoli. Il futuro guappo è quello che procura le armi, sottratte a un deposito dei nazisti. Nappi si fa sette anni di carcere (delitto d’onore) perché si autoaccusa di un omicidio commesso da uno dei suoi fratelli.
Quando inizia la sua seconda vita, entra e esce da decine di vicende di malavita, tra cui quella della misteriosa sparizione del sindaco di Battipaglia Esce dopo sette anni e nella sua terza vita, ormai settantenne, all’attività di “testimonial” dei fatti del ’43, che lo ha trasformato in una sorta di icona dell’antifascismo scafatese, alterna quella di “pacificatore” alla Antonio Barracano. “Nel suo ufficio, al piano terra del corso di Scafati, riceveva in continuazione uomini e donne per tutta la mattinata, risolvendo problemi tra persone che, in caso contrario, si sarebbero ammazzate, dirimendo questioni anche per vertenze importanti, intervenendo là dove la legge non aveva potuto”, scrive Marrazzo nel suo libro.