Sono nascosti, da mesi, quasi anni. Dopo aver propagandato a piè sospinto la fusione, imposta ovviamente dall’alto, ovvero dal convivio dei finti sapienti, si sono ritirati in buon ordine sparso, non prima di certificare la sconfitta con una serie di cosiddetti buchi nell’acqua, per la serie facciamo un altro comitato, che ne contiene un altro e un altro ancora, poi inseriamo il tutto nel miscelatore dell’associazione.
Un gioco che ha allontanato la gente, unica entità che doveva esprimersi eventualmente sulla fusione tra le due Nocera, e fatto avvicinare soltanto i mestieranti. L’idea se coltivata bene poteva pure essere alimentata dalla sapienza e dalla sincerità nel corso del tempo. Invece è finita in mano a politici in cerca di gravità permanente mai trovata, di funzionari che passano tra una sardina e l’altra, di anziani volenterosi ma non incidenti nella realtà, di menti particolari, di calabresi dal dubbio casellario giudiziario.
Ora, finita la per loro lunghissima quarantena, potrebbero magicamente riapparire e magari dirci che la fase 2 prevede una sola Nocera. Non scherziamo, ci siamo dissociati in tempi non sospetti, quando abbiamo capito il gioco, alla Totò nella gag volevo vedere dove arrivavano. Tra l’altro è andata male anche al loro storico oppositore, che voleva cambiare il nome alla sua città, al punto da inserire Nuceria 2020 in tutti i comunicati con tanti di logo, Chi ha capito in tempo, diciamolo con onestà, è stato Torquato, passando assieme ad altri sindaci nel campo Città dell’Agro con concretezza. L’Agro, non sciogliendo le singole realtà che restano intatte e resteranno intatte ha necessità di forme di unione, di cabina di regia, di forme funzionanti di coesione in vari campi, dalla sanità all’ambiente passando per piano sociale e mobilità. Il resto è noia, come il famoso del ciclista che qui vi spieghiamo.
Un ciclista ha protestato ad alta voce, Nocera Inferiore non arriva a 50mila abitanti e quindi niente bonus bici dal governo. Invece con la fusione… A questo siamo, anzi sono arrivati, signorini e signorine della disfatta. Come Troisi e la sorella che debbono comprare la televisione alla mamma. Ci chiamiamo Agrotoday non a caso, pensiamo all’andare oltre le beghe di paese, sogniamo tutto, sogniamo il meglio e cercheremo di batterci, sempre.