
L’attorney general di Minnapolis ha riqualificato le accuse per la morte di George Floyd, accusando l’agente Derek Chauvin non più di omicidio colposo ma di omicidio volontario non premeditato. Ora rischia sino ad un massimo di 40 anni di carcere, secondo il capo di imputazione depositato in tribunale. Ordinato l’arresto anche per gli altri tre agenti coinvolti, accusati di complicità in omicidio di secondo grado, ossia omicidio volontario non premeditato. Lo riportano i media Usa. “Un passo importante verso la giustizia”: cosi’ la famiglia di George Floyd ha commentato gli sviluppi dell’inchiesta sui quattro agenti.
Il capo del Pentagono Mark Esper ha definito l’uccisione di George Floyd un “crimine orribile” e ha sostenuto che gli agenti coinvolti dovrebbero essere “chiamati a rispondere per questo omicidio”. “E’ una tragedia che abbiamo visto ripetersi troppe volte”, ha detto, aggiungendo che “il razzismo è reale in America, dobbiamo fare del nostro meglio per riconoscerlo, per affrontarlo e sradicarlo”. Il capo del Pentagono Mark Esper ha detto di essere contrario ad usare l’Insurection Act – la legge che consente di impiegare l’esercito contro le rivolte interne – cui Trump ha minacciato di ricorrere per fermare le proteste scoppiate dopo l’uccisione di George Floyd da parte dei poliziotti a Minneapolis. Travolto dalle polemiche, Esper ha preso le distanza dal presidente, affermando che non sapeva che avrebbe fatto parte di una ‘photo opportunity’ con Trump che teneva una Bibbia in mano davanti alla St. John Church, di fronte alla Casa Bianca. Esper ha detto che il suo obiettivo è di tenere il Dipartimento della difesa “al di fuori della politica”.
“Al momento Mark Esper e’ ancora segretario alla difesa e se il presidente perde fiducia in lui ve lo faremo sapere”: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany dopo che il capo del Pentagono si e’ smarcato dal tycoon sull’uso dell’esercito contro le proteste per la morte di George Floyd. Trump, “se necessario, usera’ l’insurrection Act”, la legge del 1807 che consente di impiegare le truppe contro disordini e insurrezioni, ha aggiunto.
Filadelfia rimuove statua sindaco razzista – La statua di bronzo dell’ex sindaco e capo della polizia di Filadelfia Frank Rizzo, da giorni epicentro delle proteste per l’uccisione dell’afro-americano George Floyd a Minneapolis, è stata rimossa nella notte dai gradini di un edificio comunale davanti a City Hall. La statua era stata danneggiata sabato notte quando manifestanti avevano cercato di abbatterla senza successo. L’italo-americano Rizzo è stato capo della polizia di Filadelfia dal 1968 al 1971 e sindaco dal 1972 al 1980: elogiato dai sostenitori come un duro in fatto di legge e ordine, ma fortemente criticato per le politiche discriminatorie nei confronti delle minoranze. La statua era stata eretta dopo la morte come dono alla città della famiglia e degli alleati politici. “Questo è l’inizio del processo di conciliazione nella nostra città. Non è la fine del processo”, ha detto l’attuale sindaco, Jim Kenney, che ha dato luce verde alla rimozione. La statua del suo predecessore, ha osservato, “era rappresentativa di un’epoca che deve finire. Doveva sparire per farci capire cosa fare d’ora in poi”.