Laddove non arriva il senso civico, si ricorre a espedienti di sorta. Quando il buon senso, il rispetto per gli altri e per l’ambiente, fatica a emergere, ci si rivolge a chi si immagina possa fungere da deterrente.
Nella garbata e sarcastica denuncia di Don Peppino De Luca, parroco di San Francesco di Paola, si mette in evidenza la propensione di alcuni cittadini scafatesi ad allocare in maniera totalmente arbitraria, statue religiose che spuntano in giro per la città come funghi dopo la pioggia: una madonna qua, una là… la tanto inflazionata statua di Padre Pio, che ha soppiantato quella di Gesù con le braccia aperte.
La città, e non solo quella di Scafati, a concentrarsi sul numero di statue poste negli angoli più impensabili, potrebbe sembrare un lungo percorso liturgico e spirituale ma non è così: la statua religiosa è diventata a tutti gli effetti un divieto di deposito della monnezza.
“Con il termine litanie lauretane si indicano le suppliche che si pregano alla fine del rosario.”, scrive Don Peppino. “Il più antico formulario conosciuto di litanie alla Madonna è databile al XII secolo e si compone di 73 invocazioni. Soltanto i papi hanno il potere di introdurre nuove invocazioni…
Ora, non ce ne voglia papa Francesco, a Scafati ci siamo presi la libertà di aggiungere alle litanie “Santa Maria, rifugio contro la monnezza”. Infatti decine sono le statue della Madonna messe a guardia di anfratti e marciapiedi. Ora, pur dicendo grazie a chi ha pensato al decoro di questo parte della città… ma un po’ di sana “laica civiltà”, senza scomodare la madre di Dio… no eh? Refugium peccatorum, ora pro nobis.”, conclude il prete.
MARIA LOMBARDI