RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“Continua l’attenta opera di consolidamento della dotazione organica da parte della direzione strategica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Salerno – afferma Pietro Antonacchio Segretario Generale Provinciale della CISL FP.”
Dopo la pubblicazione dell’atto deliberativo n° 352 del 4 giugno u.s. con cui sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2020 i contratti a tempo determinato per poco più di 180 operatori di varie figure professionali, la maggior parte dei quali infermieri e operatori socio sanitari, comunque fino all’immissione in servizio delle medesime figure professionali di comparto reclutate con le procedure concorsuali in fase di espletamento e/o di indizione. La decisione segue quella già assunta per il personale reclutato per l’emergenza Covid ai quali in ottemperanza alle linee guida regionali sono stati tutti definiti in un anno, il tutto in un programma di reclutamento complessivo unico, mai perseguito nell’azienda ospedaliera salernitana oltre che per le figure del comparto anche per quelle della professione medica.
“E’ innegabile il grande impulso dell’attuale dirigenza e la determinazione del manager dr. D’Amato, coadiuvato dai commissari amministrativo dr. Memoli e sanitario dr.ssa Borrelli, per i quali si auspica una riconferma nei mandati a seguito della meritata conferma a Direttore Generale dell’attuale Commissario Straordinario – continua Antonacchio – attese le capacità mostrate in una fase che dal commissariamento e, quindi, dal dover traghettare nell’ordinaria amministrazione l’ente fino alla nuova nomina della direzione strategica aziendale, si sono trovati a gestire un evento eccezionale a causa dell’emergenza per contrastare il contagio epidemiologico. Pur tuttavia hanno dimostrato di essere all’altezza, al pari della direzione strategica dell’ASL Salerno guidata dal manager Iervolino, e quindi gli è stata ampiamente riconosciuta l’opera strategica in un rilancio della sanità salernitana, attraverso un’attenzione massima alle esigenze della comunità e alla garanzia della qualità e quantità delle prestazioni, a difesa dei livelli essenziali di assistenza, attraverso la definizione degli organici a partire dalla intensità di cura e dalla complessità prestazionale e la necessità di adeguare gli organici con piani di reclutamento definiti anche nella tempistica di realizzazione.”
Purtroppo anche se sembrano lineari i percorsi di reclutamento, presentano una serie di insidie che l’emergenza epidemiologica ha posto all’attenzione. Gli organici potenziati durante il periodo mostrano comunque una sottostima relativa al fabbisogno ordinario, falcidiato dai tagli lineari e dal mancato turn over, anche alla luce che gli atti aziendali approvati sono asimmetrici nel calcolo del fabbisogno d’organico. Bisogna valutare, nella cornice complessiva del precariato, oltre agli operatori assunti con contratti di lavoro a tempo determinato sottoscritti precedentemente per sopperire alle carenze d’organico, ai contratti a termine sottoscritti per fronteggiare l’emergenza, che hanno coinvolto gli idonei selezionati in graduatorie di concorsi per assunzioni a tempo indeterminato.
Comunque per tutti gli ultimi assunti per l’emergenza, norme di legge prevedono titoli preferenziali nelle procedure concorsuali per l’assunzione presso le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale ai sensi del comma 3 dell’art.2-ter della legge n° 27/2020, ma questo potrebbe riguardare coloro assunti ma non da graduatorie di idonei per concorsi per assunzioni a tempo indeterminato poiché per costoro lo stato giuridico è differente e, come se non bastasse a rendere complessa ed incerta tutta la materia, l’ultima pronuncia del Consiglio di Stato del 21 maggio 2020 ha sentenziato di considerare favorevolmente, tra le forme di lavoro flessibile, ai fini della stabilizzazione del personale precario in possesso di determinati requisiti di servizio anche il lavoro prestato mediante contratti di somministrazione, rivoluzionando e rimettendo in discussione tuti i processi di stabilizzazione di cui ai comma 1 e 2 dell’articolo 20 della cosiddetta legge Madia.
“Occorrerebbe una strategia complessiva che porti in sé la consapevolezza dell’incertezza. La politica dovrebbe fare la scommessa per riuscire a trovarla, senza cadere nella trappola della falsa certezza che troppo spesso acceca i burocrati regionali, rendendoli inconcludenti e distruggendo la speranza di quanti cercano solo la dignità di individui che solo il lavoro non precario può dare – conclude Antonacchio – e dobbiamo prendere atto che, nell’attuale situazione politica ed economica, l’unica certezza oltre alla morte è l’incertezza.”