Avvocato, politico nelle fila della Democrazia cristiana, promosse un convegno sulle contraddizioni della riforma agraria che per tutto il Meridione si presentava come un problema più che un miglioramento in quanto con l’introduzione della legge varata nel 1950 (legge stralcio n. 841 del 21 ottobre 1950), i contadini avevano ottenuto la terra ma non i mezzi per avviare le attività.
Fino agli anni Sessanta si occupa di cronaca sportiva, diventato in seguito dirigente prima e presidente dopo della Paganese Calcio 1926. Dopo una pausa, ritorna alla politica candidandosi con una lista civica nella sua città e il 7 agosto 1980 è sindaco di Pagani.
Il 23 novembre dello stesso anno il terribile terremoto che provoca quasi tremila vittime e 280mila sfollati, sconvolge gran parte del sud Italia e tra i tanti comuni colpiti, c’è anche Pagani a guida del neo eletto Marcello Torre.
La notte della scossa il sindaco è tra i suoi concittadini per coordinare i primi soccorsi, e sarà in prima linea anche nei giorni successivi al sisma.
Si oppone fermamente alle infiltrazioni criminali negli appalti per la ricostruzione e il suo impegno civile e contro la criminalità organizzata gli costerà la vita: ucciso l’11 dicembre 1980, neanche un mese dopo il terremoto, da uomini legati a Raffaele Cutolo.
La sua “colpa” era legata al non voler toccare per eccesso le cifre dei senzatetto, impedendo di fatto l’arrivo di cospicui finanziamenti alle imprese.
“Non siamo l’Africa – diceva – abbiamo bisogno di tecnici per far rientrare i cittadini delle case, non di soldi e beni di prima necessità”.
Marcello Torre, conosciuto e apprezzato avvocato, difendeva anche alcuni boss della camorra non “graditi” a Cutolo e questo portò gli inquirenti su una strada sbagliata, pensando ad un delitto di stampo camorristico. Invece, com’è stato dimostrato dai processi, Torre fu ucciso per il suo impegno contro la camorra e il malaffare politico che gravitava attorno ai clan salernitani e napoletani.
Più volte il sindaco aveva lanciato segnali di allarme. Appena eletto aveva annunciato che il suo sindacato sarebbe stato indipendente, senza lasciare quindi alcuno spazio ad affaristi e uomini legati ai clan: “Sono seduto su una polveriera”, disse.
Negli anni, in molti hanno ricordato la figura dell’uomo, politico e avvocato Marcello Torre, ostinatamente rispettoso della legalità e della trasparenza al punto da costargli la vita in nome di una “Pagani libera e civile”.
Il magistrato Franco Roberti, che ha sempre sostenuto si fosse trattato di un delitto politico, affermava durante una cerimonia in ricordo di Torre: “L’azione e l’opera di Marcello, ci impongono di continuare a sperare di poter verificare la fondatezza o meno dell’ipotesi di una pista politica per questo omicidio”.
Per l’omicidio la Corte di Assise di Appello di Salerno condanna all’ergastolo Raffaele Cutolo il 10 dicembre 2001. Cutolo è indicato come mandante del delitto mentre Francesco Petrosino l’esecutore materiale.
ROSSANA RAVERA