
Son trascorsi sette anni dalla fine di quelle sofferenze che avevano parecchio inciso negli ultimi mesi di vita. Ma il calcio di Carlo Vitiello, scafatese trapiantato a Nocera, per noi non è mai morto. Un calcio fatto di competenza, scaltrezza, amicizia, furbizia, capacità di valutare. Un calcio di Promozione, Eccellenza e Serie D ma che nell’ultimo tratto l’aveva premiato grazie ai compiti assegnatigli da Gambardella alla Nocerina in C. Tutto iniziò per passione di famiglia da direttore sportivo della mitica Scafatese che aveva per segretario Roberto Pascale e allenatore Carmine Tascone. Solofra altra tappa fondamentale. Quindi la prima avventura alla Nocerina, culminata con la vittoria dell’Eccellenza, lo spareggio mitico del San Paolo, gol di Magni dinanzi a 10mila nocerini. E ancora la partecipazione ad alcune stagioni della Paganese risorta grazie alla Real. Infine di nuovo la Nocerina, per arrivare agli ultimi tempi da prezioso operatore per Enrico Fedele. Ha lanciato e/o valorizzato Rastelli, Erra, Vastola, Aurino, D’Alterio e Pierotti. Organizzava a Salerno il mercato dei dilettanti sulla nave Concord, dando i primi rudimenti a D’Eboli, Caputo, Picarone, Scala, Iuliano. Aveva intuito per primo in zona la potenzialità delle agenzie di scommesse ma era arrivato troppo in anticipo sui tempi. Impossibile non litigarci, impossibile non far pace.