Pechino è di nuovo sotto attacco del coronavirus. Dopo oltre 50 giorni in cui si erano registrati solo pochi casi di importazione, nella megalopoli cinese è scoppiato un nuovo focolaio epidemico che per ora fa segnare 106 casi accertati di Covid-19. Il portavoce della municipalità della capitale ha definito la situazione come estremamente grave, tanto che per cercare di arginare il contagio le autorità hanno imposto le più strette misure di contenimento: lockdown per decine di quartieri.
Il mercato di Xinfadi, sembra essere il luogo da cui Sars-Cov-2 è ripartito. Con oltre 1 milione di metri quadri e all’incirca 10mila addetti, è il più grande dell’Asia (20 volte più grande del wet market di Wuhan) e da qui passa l’80% dei generi alimentari della capitale cinese.
Il mercato è stato chiuso sabato scorso e sono partite le indagini.
Ancora nessuna certezza ma le autorità cinesi sostengono che il coronavirus sarebbe stato trovato sui taglieri del salmone di importazione e che dunque provenga forse dall’Europa. Per precauzione i supermercati di Pechino hanno ritirato il salmone dagli scaffali, ma l’Organizzazione mondiale della sanità invita a essere cauti e a considerare queste informazioni solo delle ipotesi da verificare chiedendo a Pechino di pubblicare il genoma virale.
Intanto tre funzionari – il manager del mercato di Xinfadi, il vice direttore del quartiere di Fengtai, e il capo del Partito della comunità residenziale di Huaxiang – sono stati sollevati dai loro incarichi.
Pechino non sarà un’altra Wuhan, fanno sapere le autorità cinesi che stanno facendo di tutto per scongiurare il lockdown totale della capitale, eventualità che avrebbe ripercussioni economiche e sociali devastanti. Il rischio che il coronavirus si diffonda ancora però, a detta della vicepremier cinese Sun Chunlan, è molto alto.
Per cercare di arginare il contagio, da lunedì scorso, sono stati chiusi 11 quartieri intorno al mercato di Xinfadi e altri 10 nelle vicinanze: controlli di sicurezza lungo il perimetro e rilevamento della temperatura per l’accesso a negozi e locali ancora aperti, scuole chiuse, eventi sportivi e culturali al chiuso interrotti, tamponi obbligatori per la popolazione. Il governo ha già mobilitato 100mila operatori per il controllo dell’epidemia e avviato un’operazione di contact tracing porta a porta per identificare le persone che hanno frequentato il mercato di Xinfadi da fine maggio.
Fuori dalla nuova zona rossa le autorità cinesi chiedono di evitare se possibile i viaggi nella capitale e chiedono a cui arriva dalle aree interessate dal contagio di rispettare una quarantena di 7-14 giorni (non sembra ci sia uniformità nelle disposizioni, che variano da provincia a provincia).
MARIA LOMBARDI