“La linea diretta tra cittadini, parlamentari del territorio e governo sta funzionando. Il grande lavoro che stiamo facendo per il master plan del fiume Sarno, che metterà insieme strategie concrete per la riqualificazione dell’intera area, sarà la mossa determinante per invertire finalmente la rotta. A dirlo è la Senatrice M5S Virginia La Mura nel corso di un intervento nel pomeriggio di ieri in Senato. L’esponente pentastellata di Pompei, da sempre in prima linea a difesa del Fiume Sarno, ha illustrato ai presenti il bilancio dei primi controlli dopo la riapertura delle imprese, con sanzioni e denunce da parte delle autorità competenti, anche se la situazione resta ancora critica.
“Qualcosa, in alcune aree del Paese, sta davvero cambiando. Mi riferisco – ha detto – nello specifico, al fiume Sarno e al vasto territorio che attraversa. Un fiume dall’importanza cruciale per la Campania, unico parco fluviale della Regione, conosciuto ovunque come uno tra i più inquinati d’Europa. Un bacino idrografico, quello del Sarno, che si estende dai monti Picentini fino al Golfo di Napoli, coinvolgendo 39 Comuni e una popolazione di circa un milione di persone. Per troppi anni nulla o molto poco è stato fatto e quel poco andava certamente in direzione opposta alle reali esigenze del fiume, nonostante sia stato speso circa un miliardo di euro in costi diretti e indiretti per il disinquinamento, senza contare le perdite economiche nelle filiere produttive dell’agricoltura, della cultura e turismo e quel poco andava certamente in direzione opposta alle reali esigenze della vita del fiume e della popolazione. Nulla si è fatto per il ripristino della legalità e nulla si è fatto per individuare i reali responsabili dell’inquinamento. La situazione – prosegue nell’intervento – resta tuttora gravissima: solo pochi giorni fa alla foce del Sarno è stata rinvenuta una tartaruga marina senza vita a causa dell’ingestione di materiali plastici trasportati a mare dal fiume. Eppure, i primi risultati iniziano ad arrivare. Dalla fine del lockdown sono già almeno 48 le persone denunciate, 40mila euro di contravvenzioni e 6 gli scarichi abusivi sequestrati. Un grande impulso ai controlli dovuto certamente all’accordo, fortemente voluto dal ministro Sergio Costa, siglato tra l’Autorità di Bacino e comando dei Carabinieri per la tutela ambientale. Ringrazio, dunque, il ministro Sergio Costa, tutte le forze dell’ordine impegnate nei controlli costanti. Un ringraziamento particolare anche alla dott.ssa Vera Corbelli (Segretario Generale del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale). E soprattutto ringrazio i cittadini che continuano a lottare e a non mollare la presa, sperando presto di riuscire insieme a restituire a tutti quello che dovrebbe essere un diritto inalienabile: il benessere degli ecosistemi naturali”.
La chiusura delle attività dovuta al lockdown ha restituito ai cittadini le acque del fiume trasparenti, come molti di noi mai le avevano viste prima. Anche i dati ARPAC dimostrano che in quel periodo la presenza di materiali inquinanti è notevolmente calata. Alla riapertura delle attività, ho presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Costa per porre l’attenzione al polo conciario di Solofra e non solo. Nell’interrogazione denunciavo i materiali impattanti per l’ambiente utilizzati nel processo industriale, e dunque a rischio, materiali in parte rinvenuti dai militari durante i controlli in alcune aziende e prontamente sequestrati”.