Pagani: 365 giorni di chiacchiere e veleni. Un anno fa, giorno più giorno meno, Alberigo Gambino veniva ufficialmente proclamato sindaco. Il giorno del grande inganno, solo il primo di tanti.
Quel giorno, a Palazzo San Carlo, si respirava aria familiare o quasi, pasticcini per tutti, assieme a qualche lacrima. Gli assembramenti sarebbero arrivati dopo, cominciando a luglio la stagione degli inutili consigli comunali al Cinema. Sembra passato un secolo, invece è passato e appassito appena un anno, iniziato appunto col grande inganno. Gambino conosceva benissimo quel che sarebbe accaduto, ovvero la decadenza per incandidabilità. Non sappiamo esattamente quanti e quali suoi alleati sapessero altrettanto, probabilmente i pochi a non sapere sul serio erano gli avversari, di qualsiasi sponda.
Spettacoli deprimenti in serie, fino all’inevitabile e tardivo passo d’addio per sentenza, senza nemmeno opporsi. Dopo è successo di tutto. La colla era decadente ma almeno poteva tenere assieme una coalizione dove tutti andavano da una parte all’altra- scambiandosi nemici e amici ma anche contumelie – ma nessuno andava per l’interesse di Pagani, dissestata, mortificata, abbandonata ai tempi del Covid a solerti commissari prefettizi che hanno fatto poco per il semplice fatto di aver trovato una situazione ampiamente compromessa, cominciando dagli uffici, dilaniati da lotte di parte e di particelle. Insomma un film d’errore, ai titoli di coda FINE con centro-destra a pezzettini, con l’onta beffarda di un doppio scioglimento.
Pagani: 365 giorni di chiacchiere e veleni
Ora che dall’alto è arrivato l’ordine di ricomporre i pezzettini, sarà interessante capire chi e come si assumerà l’onere di rimettere tutto in piedi, di scegliere un candidato a sindaco che dovrà tra qualche mese ricominciare, in caso di elezione vincente, magari anche con la benedizione di Gambino.