Mettere il programma e le scelte future al centro della discussione politica in vista delle elezioni regionali in Campania. Lo chiedono i responsabili di tre forze di sinistra che appoggiano il presidente De Luca, ovvero Ciccio Ferrara di ‘Futura’, Nello Formisano di Demos e Michele Gravano di Articolo Uno.
“Le elezioni regionali di settembre sono dietro l’angolo. Finalmente si delineano gli schieramenti in campo. La destra si unisce attorno a Caldoro- scrivono in una nota- ed in Campania inaugura una campagna elettorale che si preannuncia aggressiva, a partire dalla speculazione inaccettabile sulla tragedia di Mondragone, soffiando sul fuoco della guerra tra poveri. Sono i primi segnali di un conflitto che sarà duro e senza esclusione di colpi: sarà la partita decisiva per una Regione che in autunno rischia di vedere infiammarsi ancor di più le contrapposizioni sociali già esistenti. Bisogna essere consapevoli che per contrastare questa destra è necessario produrre un programma condiviso e di svolta. Ad oggi, invece, siamo davanti a una coalizione che è semplicemente un assemblaggio di liste.
È urgente quindi segnare un cambiamento che è fatto di scelte e di atti.
Non è in discussione la leadership di Vincenzo De Luca- contiuano-alla guida della coalizione di centrosinistra nella competizione elettorale del 20 settembre, tuttavia vogliamo capire se questo passaggio sarà davvero interpretato come una sfida collettiva.
Per fare una vera coalizione non basta un elenco di sigle che hanno espresso la volontà di ricandidare il Presidente uscente. Serve un programma innovativo, servono scelte chiare sulla qualità della rappresentanza, servono atti concreti che raccontino quale Campania immaginiamo nei prossimi cinque anni. Cosa diciamo sulla programmazione dei fondi europei per il prossimo autunno, come li investiamo per rilanciare le filiere produttive e il turismo?
Cosa diciamo sulla grande questione che riguarda la ripubblicizzazione delle reti idriche?
Cosa diciamo sulla legge urbanistica, che non può essere votata oggi, a consiglio regionale sciolto e senza un vero coinvolgimento di associazioni ambientaliste e amministratori?
Cosa diciamo sugli investimenti nella sanità pubblica anche dopo l’emergenza Covid?
Come intendiamo contrastare le povertà e l’emarginazione sociale?
Come pensiamo di rafforzare il sistema di welfare in un’ottica di sviluppo dell’intera collettività? In cosa si traduce l’annuncio del presidente sul no agli impresentabili nelle liste?
Noi lavoriamo per dare rappresentanza alle forze del mondo del lavoro, del cattolicesimo sociale, dell’ambientalismo, che in questi anni hanno portato avanti vertenze difficili, spesso in solitudine se non addirittura in contrasto con chi governava la Regione.
Abbiamo dato vita ad uno spazio progressista e solidale per cambiare la Campania e vogliamo renderlo sempre più largo, accogliente e inclusivo. Non vogliamo infatti lasciare terreno alla destra più pericolosa d’Europa, quella che in Campania si sostanzia nella stagione delle connivenze con pezzi di società criminale, nella strategia folle del regionalismo differenziato antimeridionale e nei tagli ai servizi pubblici fondamentali.
Ma questo non basta.
Occorre uno scatto, a partire dal Presidente e dalla coalizione che lo sostiene. Siamo abituati a contribuire al cambiamento, non a fare la ruota di scorta di decisioni prese altrove.
Siamo certi che questo valga per tutti- concludono- a partire dal principale partito della coalizione, il Pd, che non crediamo voglia dare deleghe in bianco. Si convochi pertanto un tavolo politico del centrosinistra e si lavori a un programma e a un progetto: si stabilisca quindi il perimetro culturale della nuova alleanza. Per battere questa destra noi ci stiamo, ma non a costo di rinunciare alla politica.