In questo post ci soffermiamo sulle caratteristiche dell’esterno ideale per il centrocampo a cinque.
Le qualità tecniche del quinto di un centrocampo a cinque devono essere molto elevate, è un calciatore al quale si richiede, nelle transizioni positive, la conduzione di palla alla massima velocità, il dribbling e la capacità di crossare in corsa. Deve poi dimostrare attitudine al sacrificio, perché è il giocatore maggiormente votato al sacrificio. È quindi l’elemento ideale per chi utilizza spesso l’1-3-5-2 o l’1-4-5-1, siano essi col regista e vertice di centrocampo basso o alto.
Che caratteristiche deve avere? Più difensive? Più offensive? Ovviamente gli allenatori esigono da questi giocatori capacità in tutte e tre le fasi di gioco (possesso, non possesso, transizioni), ecco perché, a mio parere, è il ruolo più completo e più difficile da individuare.
Chi lo ricopre deve avere qualità fisiche, tecniche, tattiche e mentali. L’esterno alto di un centrocampo a cinque deve possedere resistenza e velocità. Va valutato sulla percentuale di pause – meno ne ha più è forte– che si concede quando è coinvolto nella fase offensiva (possesso palla), quando deve recuperare in fase difensiva (fase di non possesso palla) e nelle relative transizioni. Sono importanti le capacità di lettura del gioco, sia della propria squadra sia di quella avversaria, quella di smarcarsi e i tempi d’intervento in marcatura e nell’intercetto.
Tra i primissimi a parlare di quinti e non di esterni in Italia è stato Simone Inzaghi, allenatore della Lazio. «Ma che cavolo dice?», si chiedono in giro.
Simone Inzaghi è sereno, parla correntemente due lingue e in quella meno accessibile compare spesso l’espressione “due quinti”.
Cioè? Il bello del calcio sta anche qui, nel suo creativo lessico che arricchisce la vita, un lessico attento alle trasformazioni del gioco, un lessico mezzo pazzo che non sta mai fermo proprio come ciò che definisce e racconta, i moduli, i ruoli, i giocatori. I “due quinti” di Inzaghi sono l’ultima frontiera del vocabolario calcistico, è il gergo delle lavagne in cui i terzini di una volta non si chiamano più neppure esterni, ma “due quinti”: “due quinti” di una difesa a tre o a cinque (dipende da chi “fa possesso”). Intanto il Devoto-Oli prende nota. Il calcio è fantasia. La lingua si adegua. Tramontano le vecchie nomenclature, che sono pezzi del nostro passato.