Non quella ecologica ma quella della chiarezza di obiettivi e di piste per centrarli. Il dopo Covid sembra aver fatto restare gli amministratori dell’Agro, in particolare i sindaci, in pura dimensione Covid. Delirio d’onnipotenza da più parti, comizi senza contraddittorio, uso dei social in maniera del tutto impropria, qualcuno si diverte persino su twitter. La serietà e la concentrazione sul lavoro, difficile, da fare sembra di pochi, anzi di pochissimo.
In più c’è l’incubo delle Regionali, che in qualche caso distraggono e in qualche vanno a condizionare l’attività. Insomma non è un bel quadro della situazione, soprattutto se si ha voglia di guardare oltre l’ordinario e ritornare a discutere e programmare del futuro delle nostre città, delle nostre terre e dei nostri problemi.
Non è più tempo di presenzialismo e di duelli stucchevoli, le emergenze sono tante, troppe. Invece, al momento, ci ritroviamo persino col deficit dell’ordinario, voti bassi, parecchie bocciature, in pochi si distinguono per la reale voglia di risolvere e quindi per loro, pochi lo ripetiamo, c’è il verbo assolvere. Gli altri prima o poi pagheranno, alle urne ovviamente.