Ballando ballando, tra questa o quella elezione, regionale o comunale, ogni tanto persino nazionale, si perde il senso della misura. Le città vengono governate a spizzichi e bocconi, con la spalla di un’informazione piegata oppure convenzionata, troppo succube in entrambi i casi. Ma lasciamo perdere l’informazione, è un capitolo a parte e nemmeno il più importante. Poniamo in primo piano i territori, le istanze della gente semplice, le necessità di industria e commercio, tanto per essere sintetici e non prolissi.
Ma davvero pensate che alla gente semplice e/o produttiva possa interessare la composizione delle liste, questa o quella candidatura per settembre? Passi per l’interesse, sempre minore, dove vanno a rinnovarsi o a confermarsi i sindaci. Ma queste regionali, francamente, all’insegna delle listarelle e del trasformismo lasciano il tempo che trovano.
Esercitare la democrazia val sempre la pena, a patto che il voto non si disperda tra patti, sottopatti, accordini e accorducci di varia forma. Dalle nostri parti, non abbiamo paura di dirlo, escono e usciranno allo scoperto tanti portatori di voti, senza possibilità di elezioni, in campo per il nuovo fenomeno che si chiama candidatura di scambio.
Girare pagina sembra complicato, solo gli elettori potrebbero fornire la spinta a un possibile cambiamento. Al momento trionfa il passato nelle chiacchiere e nelle indiscrezioni, volti notissimi, qualcuno uscito dalla naftalina.