Conte e la sua squadra, su spinta del Comitato tecnico scientifico e del Ministero della Salute, stanno valutando di estendere ulteriormente il provvedimento emergenziale, con tutte le relative misure, che potrebbero però subire modifiche indicate in eventuali nuovi Dpcm, che verrebbero emanati via via dal premier in casi specifici e per durate limitate e diverse di volta in volta.
Per quanto infatti in arretramento in Italia, i contagi Covid non si sono azzerati e i focolai si inseguono ogni giorno in varie zone dello Stivale. Sappiamo tutti che, in caso di RT (indice di contagio) superiore a 1, il quadro potrebbe tornare a cambiare e potremmo finire in un nuovo lockdown, anche solo parziale.
Difficile dire se la seconda ondata ci sarà e se e come colpirà il nostro Paese, ma il premier Conte a tal proposito ha rassicurato gli italiani dichiarando che, in quel caso, “l’Italia è attrezzata per mantenerla sotto controllo”. Intanto, l’Esecutivo ha deciso di bloccare l’ingresso a chi proviene da una lista di 13 Paesi, proprio per una questione di sicurezza.
Durante la sua visita a Venezia per l’inaugurazione di una nuova parte del Mose, Conte ha detto che “ragionevolmente ci sono le condizioni per proseguire lo stato di emergenza per il Coronavirus dopo il 31 luglio”. Lo stato d’emergenza, ha precisato, serve “per poter adottare le misure necessarie”, ma non per tenere sotto controllo il virus.
Al momento “non è ancora stato deciso tutto, ma ragionevolmente si andrà in questa direzione”, chiarisce Conte, fugando i possibili dubbi in merito, anche se l’eventuale decisione dovrà essere presa dal Consiglio dei ministri e passare per il Parlamento.
La data realisticamente ipotizzabile per la proroga dello stato di emergenza è il 31 dicembre 2020, ovvero una proroga di 6 mesi rispetto al termine precedentemente stabilito.
Commenti favorevoli e contrari, con ironica constatazione: siamo il Paese dell’emergenza infinita, potevamo non allungarla proprio adesso?