Gli automobilisti incappavano nei loro siti cercando online delle compagnie assicurative che offrivano polizze a prezzi convenienti. Il premio proposto, manco a dirlo, era vantaggioso: più basso della media del mercato, ma non tanto da suscitare sospetti. Così il cliente pagava e scattava la truffa: a lui una polizza falsa, agli organizzatori guadagni fino a 10mila euro al giorno, che venivano fatti transitare su centinaia di carte PostePay e reinvestiti in società finanziarie, attività commerciali e immobili. Il sodalizio è stato smantellato dai carabinieri, che hanno eseguito due misure cautelari emesse dal gip di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di 16 persone. I truffati, secondo una stima, sarebbero oltre trentamila.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffa aggravata, riciclaggio e auto riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, esercizio abusivo di attività assicurativa e di intermediazione assicurativa e uso di marchi e segni contraffatti. Le indagini sono state avviate nel 2017 dai militari del Nucleo Investigativo di Milano, inizialmente coordinate dalla Procura meneghina, e hanno scoperto che l’organizzazione era radicata nell’agro aversano. Dal 2018 le indagini sono state quindi trasferite alla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Durante le operazioni sono stati sequestrati beni per 30 milioni di euro, tra cui 2 sale slot e scommesse, 18 società di rivendita di autovetture, una società di commercio di abbigliamento, un negozio di abbigliamento, un immobile, tre terreni, un motoscafo, molte automobili, anche di lusso, e numerosi rapporti finanziari.