Cava De’ Tirreni ricade storicamente sotto l’influenza criminale del clan BISOGNO, dedito alle estorsioni e all’usura, al traffico e spaccio di stupefacenti, ambito nel quale opera attraverso il gruppo ZULLO.
A carico di affiliati ed esponenti apicali di quest’ultimo sodalizio, a marzo 2019, personale della DIA di Salerno ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per associazione di tipo mafioso. Il provvedimento scaturisce dall’operazione “Hyppocampus”, conclusa a settembre 2018, con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare per il reato di associazione di tipo mafioso finalizzata alla consumazione dei reati sopra menzionati. Ulteriori approfondimenti investigativi hanno fatto emergere un tentativo di ingerenza del clan ZULLO in talune attività amministrative del comune di Cava de’ Tirreni, tramite un ex esponente pubblico, indiziato del reato di scambio elettorale politico-mafioso in ordine alle consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale del maggio del 2015. Il 18 dicembre 2019, personale della DIA di Salerno ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare a suo carico.
A Mercato San Severino, comune della Valle dell’Irno è confermata l’operatività del gruppo DESIDERIO, il cui promotore è originario di Pagani. Nei comuni di Baronissi, Fisciano e Lancusi, dove sono presenti importanti insediamenti commerciali, permane l’influenza criminale del clan GENOVESE e del gruppo CIRILLO. A Castel San Giorgio, Siano e Bracigliano, almeno fino al 2010, ha operato un’articolazione del clan CAVA di Quindici, scompaginata da diverse operazioni. Lo stesso è accaduto per gruppi di più recente formazione le cui velleità operative sono state prontamente stroncate dall’azione di contrasto delle Forze di polizia.
Nel contesto territoriale salernitano, l’Agro Nocerino-Sarnese è la zona dove, in passato, si sono radicate agguerrite organizzazioni camorristiche, alcune delle quali scomparse dalla scena criminale per effetto di provvedimenti cautelari e della collaborazione con l’AG di elementi di spicco. Ciò ha comportato una rilevante mutazione della mappatura criminale, poiché molti dei suddetti clan si sono sfaldati in gruppi minori autonomi, alcuni dei quali retti dagli individui di maggiore caratura criminale provenienti dai vecchi sodalizi.
La nuova architettura delinquenziale ha, negli anni, consentito a clan meglio articolati, provenienti dalle limitrofe province di Napoli ed Avellino – quali i gruppi FONTANELLA di Sant’Antonio Abate, CESARANO di Pompei, AQUINO-ANNUNZIATA di Boscoreale, GRAZIANO di Quindici- di ampliare la loro sfera d’azione. I traffici di stupefacenti sono tra le principali attività illecite dei sodalizi locali, che spesso interagiscono tra loro: una di queste realtà criminali è stata oggetto di un’indagine conclusa dai Carabinieri nel mese di ottobre con l’esecuzione di una custodia cautelare nei confronti dei componenti di un clan – dedito a traffici di stupefacenti (cocaina, crack, eroina, hashish) in diversi comuni dell’area nord della provincia di Salerno – capeggiato da un pregiudicato domiciliato a Nocera Inferiore e tra i cui sodali figura un affiliato al gruppo FEZZA-D’AURIA- PETROSINO di Pagani.
Esaminando nel dettaglio le dinamiche relative ai singoli Comuni, si conferma l’elevata fluidità degli assetti criminali di Nocera Inferiore, caratterizzati dall’operatività del clan MARINIELLO e dal consolidamento di nuovi gruppi, che fanno capo a figure storiche della criminalità locale, inseriti in tutti i settori dell’illecito propri delle associazioni camorristiche (spaccio di stupefacenti, infiltrazione negli appalti pubblici, usura, estorsioni).
Al riguardo, il 23 luglio 2019, i Carabinieri hanno eseguito un provvedimento cautelare per il reato di traffico e spaccio di stupefacenti: l’indagine ha consentito di smantellare consolidate piazze di spaccio nelle zone di Nocera Inferiore e Nocera Superiore. A capo dell’organizzazione figurava un soggetto originario del primo Comune che, per poter esercitare l’attività di spaccio in quel comprensorio, versava una tangente a un pregiudicato di Nocera Inferiore, in passato inserito nel clan CONTALDO e poi divenuto capo di un gruppo autonomo.
Ad Angri, le attività di contrasto hanno ridotto in modo significativo l’operatività dello storico clan NOCERA, alias “i Tempesta”, e innescato le mire espansionistiche di giovani pregiudicati, appoggiati da gruppi del vicino entroterra vesuviano. Dell’effervescenza del panorama criminale locale sono indicativi alcuni attentati dinamitardi contro affiliati al gruppo NOCERA. Infine, nel mese di ottobre, i Carabinieri hanno eseguito un provvedimento cautelare nei confronti dei componenti di un’organizzazione dedita a un traffico illecito di stupefacenti nel comune in argomento.
A Pagani si conferma l’egemonia del clan FEZZA-PETROSINO-D’AURIA, che seppure oggetto di diverse operazioni di polizia giudiziaria condotte nel tempo, mantiene una notevole forza militare, ingenti ricchezze e controlla diversificate attività economiche, forte anche di consolidati rapporti con il mondo imprenditoriale e settori della politica.
A Sarno, il gruppo egemone è il clan SERINO, dedito prevalentemente ai reati di estorsioni, usura, traffico di stupefacenti, i cui proventi illeciti sono reinvestiti in attività commerciali e ricreative: anche questo sodalizio ha, in passato, intessuto rapporti finalizzati allo scambio di reciproci favori con alcuni rappresentanti delle istituzioni locali. Anche a Sarno operano nuove leve criminali, non in contrasto con la famiglia SERINO, dedite prevalentemente a traffici stupefacenti.
A San Marzano sul Sarno e San Valentino Torio, venuto meno il predominio del gruppo ADINOLFI, il conseguente “vuoto di potere” è stato colmato da consorterie provenienti dalle vicine province di Napoli e Avellino, che hanno lasciato spazio a nuove leve che, pur non contigue a contesti di camorra, operano in modo organizzato. A Sant’Egidio del Monte Albino e Corbara la disarticolazione del clan SORRENTINO ha generato un contesto criminale connotato dall’assenza di una locale consorteria camorristica di riferimento, dove sono operativi soggetti già inseriti nel citato gruppo, affiancati da elementi riconducibili alle organizzazioni attive a Pagani e Nocera Inferiore.
Il territorio di Scafati, zona di confine tra le province di Napoli e Salerno, risente dell’influenza dei clan napoletani CESARANO di Pompei, AQUINO-ANNUNZIATA di Boscoreale, D’ALESSANDRO di Castellammare di Stabia. La principale consorteria locale è il sodalizio LORETO-RIDOSSO, dedito al traffico di stupefacenti, all’usura, alle estorsioni, i cui proventi sono reinvestiti in attività economico-produttive della zona e negli appalti pubblici, per i quali indagini del passato hanno rivelato rapporti con esponenti politici e della Pubblica Amministrazione. Nel comune sarebbero operativi soggetti facenti parte del locale gruppo MATRONE, storicamente alleato al clan CESARANO, che opererebbero in sinergia con il citato sodalizio AQUINO-ANNUNZIATA.