È ritornata in aula la Lady cocaina di Scafati, Teresa Cannavacciuolo, per essere giudicata col rito abbreviato dinanzi al giudice unico del tribunale di Nocera Inferiore. Questa volta rispondeva di detenzione a fini di spaccio di 5 grammi di cocaina suddivisi in dosi e pronti alla vendita. Alla pluripregiudicata non era stata applicata alcuna misura cautelare sebbene i suoi innumerevoli precedenti penali. Il Pubblico Ministero aveva chiesto una condanna esemplare per la lady spaccio di Pompei, di 5 anni di carcere. La donna attualmente si trova ai domiciliari per altro stupefacente rinvenuto presso la sua abitazione a gennaio per un quantitativo complessivo di 38 grammi di cocaina. Qualche mese fa aveva subito un attentato intimidatorio che aveva colpito il suo negozio di abbigliamento per bambini. Secondo gli agenti sarebbero sempre problemi di droga dietro l’avvertimento intimidatorio.
Nuovamente a processo la trentenne scafatese ha evitato una severa condanna visti gli innumerevoli precedenti penali specifici che aveva nella sua biografia penale. I militari le avevano trovato cocaina crack pronta in dosi suddivisa in 20 pezzi ed altra droga ancora in lavorazione. I carabinieri di Scafati avevano bussato alla sua porta e l’avevano arrestata in flagranza. Lady spaccio aveva subito ammesso le sue responsabilità. Il Pubblico Ministero aveva chiesto la custodia cautelare in carcere nella fase iniziale del processo ed aveva invocato una condanna esemplare di cinque anni di reclusione.
Secondo il pm la lady cocaina andava fermata essendo diventata la sua abitazione un luogo di rifornimento importante del vesuviano e dell’Agro nocerino sarnese. Il giudice accogliendo le richieste del difensore della donna, l’avvocato Gennaro De Gennaro non aveva applicato alcuna misura cautelare alla lady cocaina nella fase iniziale della procedura sebbene il quantitativo di droga rinvenuto e le prove di una fiorente attività di spaccio. Dopo la discussione delle parti il giudice ha applicato la minima condanna di 10 mesi. È stato così concessa, come richiesto dall’avvocato De Gennaro, la riqualificazione giuridica nel quinto comma dell’art. 73. E la donna ha risparmiato miracolosamente diversi anni di carcere.