Santocchio cerca di evitare il pastrocchio, la segretaria fa le battutine con qualche componente dell’opposizione. Santocchio dice di seguire una linea: chi è eletto presidente di una commissione non deve essere considerato componente e quindi se rinuncia alla presidenza non va considerato più membro della commissione. Il tutto fa rima con confusione totale, che ingessa dalle 20 in poi il Consiglio Comunale e rischia di ingessare per i prossimi mesi tutto il lavoro. Il neo-consigliere Emilio Cirillo si sarà fatto il segno della croce, capendo fin dal debutto che si parla, parla, parla e poi nulla di rimane per la città. E’ difficile pretendere risultati per la collettività quando si passa una porzione di tempo a discutere del nulla, delle pandette, di una linea per cambiare la composizione delle commissioni – passaggio dovuto ai cambiamenti in consiglio- a dissociati della maggioranza che restano presidenti. Santocchio fa il gran visir tra italiano e dialetto, richiama Morra, si profonde in approfondimenti giuridici, fino a dire: “Però facciamo le votazioni per acclamazione, pare brutto. Ma se l’aula vorrebbe”. Santocchio è caduto sulla consecutio, sul più bello. Poi va con l’ironia: “La parola al pluripresidente Di Massa”. Insomma l’argomento numero 3 all’ordine del giorno viene esaurito alle 20,45.