Le caratteristiche peculiari del teatro dell’assurdo sono il deliberato abbandono di un costrutto drammaturgico razionale e il rifiuto del linguaggio logico-consequenziale. La struttura tradizionale (trama di eventi, concatenazione, scioglimento) viene rigettata e sostituita da un’alogica successione di eventi, legati fra loro da una labile ed effimera traccia (uno stato d’animo o un’emozione), apparentemente senza alcun significato. Il teatro dell’assurdo si caratterizza per dialoghi senza senso, ripetitivi e serrati, capaci di suscitare a volte il sorriso nonostante il senso tragico del dramma che stanno vivendo i personaggi.
Al di là di quel che dice Giancarlo Giordano, che può piacere oppure non piacere, il teatro elettorale nocerino viaggia verso l’assurdo. E per quel che riguarda la polemica in questione, francamente, Giordano ha ragione, stesso discorso vale per Enzo Stile e Gennaro Della Mura, che sostengono la stessa tesi. Il consigliere civico di maggioranza Ferrigno s’è candidato alle Regionali per Fratelli d’Italia ma non passa all’opposizione, dove resta il coerente Borzi, eletto della prima ora dei Fratelli. Solo a Nocera, teatro politico dell’assurdo, può accadere qualcosa del genere. Lo stesso partito ha un rappresentante in maggioranza, cioè Ferrigno che ha dichiarato di passare al Gruppo Misto (sulla carta sempre più affollato), e uno all’opposizione, appunto Borzi. Un pericoloso esempio di schieramento ad personam, non coerente con la posizione del partito in città: quel che accade con Ferrigno così si può sintetizzare, e accade col silenzio assordante del PD, che pose con fin troppa forza la questione su D’Alessio qualche mese fa e che oggi tace, giace e si dà pace per motivi elettorali, sbaglia De Maio quando afferma che si deve pensare ai problemi della città, che hanno ovviamente la precedenza, ma è un discorso che vale sempre e comunque, non secondo convenienza del momento.