Nonostante in sede di dichiarazione di voto il regolamento dia la possibilità ai Consiglieri comunali di poter intervenire, ieri sulla proposta della maggioranza di rinviare la discussione sul Bilancio di previsione – rinvio che reputavo e reputo dannoso per la città – mi è stato impedito di parlare.
Ho vivacemente protestato contro una scelta e un comportamento antidemocratici, che reputavo contrari alle norme e al buonsenso.
E sono stato espulso dall’aula consiliare dal Presidente del Consiglio comunale, che ha chiesto alla polizia municipale di scortarmi fuori.
Ho alzato eccessivamente voce e toni, e me ne scuso: con i cittadini, con il personale dell’Ente e con i colleghi.
Non è stato giusto, e in verità non è nemmeno nel mio stile.
Ma io in quell’aula non sento di rappresentare me stesso. Sento di rappresentare un’anima e una visione della città, una idea di Scafati che può vincere come perdere le elezioni, ma che non può e non potrà mai essere zittita, da nessuno.
E se qualcuno prova a farlo, su di un tema tra l’altro così serio per la città, mi ribolle il sangue nelle vene, mi infervoro, reagisco con forza.
È convinzione ideale e passione: per noi la politica è questa cosa qua, e su questo non dobbiamo le nostre scuse a nessuno.
MICHELE GRIMALDI – CONSIGLIERE COMUNALE