Gaetano appartiene alla ricca famiglia vicentina dei conti Thiene. Secondo alcune fonti sarebbe nato nell’ottobre 1480. Al fonte battesimale gli viene dato il nome di Gaetano, questo per ricordare la figura di suo zio: Canonico Gaetano Thiene docente all’Università di Padova e morto quindici anni prima della sua nascita. Purtroppo Gaetano resta quasi subito orfano, poiché suo padre, Gasparo Thiene, muore in guerra presso Velletri, forse per malaria, dopo la vittoria del 21 agosto 1482. Così la sua mamma, contessa Maria da Porto, rimane vedova con tre bambini tutti in tenera età : Giovanni Battista, Alessandro e ultimo Gaetano.
Nel 1504 si laureò a Padova in diritto civile e canonico (utroque iure); venne chiamato a Roma come segretario particolare di Pp Giulio II (Giuliano della Rovere, 1503-1513) nel 1506 e gli venne anche conferito il titolo di Protonotario apostolico (il funzionario della Curia Romana con la funzione di rogare gli atti più importanti).
Venne ordinato sacerdote il 30 settembre 1516 ma celebrerà la sua prima messa solo il 6 gennaio 1517, festa dell’Epifania, nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
Lasciò sotto Pp Leone X (Giovanni de’ Medici, 1513-1521) la corte pontificia maturando, specie nell’Oratorio del Divino Amore, l’esperienza congiunta di preghiera e di servizio ai poveri e agli esclusi. Devoto del presepe e della passione del signore, fondò, nel 1524, con Gian Pietro Carafa, vescovo di Chieti (futuro Pp Paolo IV), i “Chierici Regolari” (detti poi Teatini, dal nome latino di Chieti) con lo scopo primario di restaurare nel clero la regola primitiva di vita apostolica.
La sua attività multiforme si esplicherà a Napoli fino alla morte. Fondò ospizi per anziani; potenziò l’Ospedale degli Incurabili; per difendere i poveri dagli usurai promosse l’istituzione del Monte di Pietà da cui, nel 1539, trarrà origine il Banco di Napoli, il più grande Istituto bancario del Mezzogiorno; suscitò nel popolo la frequenza assidua dei sacramenti e stette loro vicino durante le carestie e le ricorrenti epidemie come il colera, che flagellarono la città in quel periodo, peraltro agitata da sanguinosi tumulti.
Per ironia della sorte, fu proprio il teatino cofondatore Gian Pietro Carafa, divenuto Pp Paolo IV (1555-1559), a permettere che nell’Inquisizione, imperante in quei tempi, si usassero metodi diametralmente opposti allo spirito della Congregazione teatina, essenzialmente mite, permissiva, rispettosa delle altre idee. E quando le autorità civili vollero instaurare nel Viceregno di Napoli, il tribunale dell’Inquisizione, il popolo napoletano (unico a farlo nella storia triste dell’Inquisizione in Europa) si ribellò; la repressione spagnola fu violenta e ben 250 napoletani vennero uccisi, per difendere un principio di libertà. Gaetano in quel triste momento, fece di tutto per evitare il massacro e, quando si accorse che la sua voce non era ascoltata, offrì a Dio la sua vita in cambio della pace.
Il Signore accettò la sua offerta chiamandolo nel suo regno la domenica 7 agosto 1547, e proprio in questo giorno cessarono i tumulti e ritornò la pace nella città di Napoli.
L’opera che più l’aveva assillato nella sua vita, era, senza dubbio, la riforma della Chiesa. Al contrario del contemporaneo Martin Lutero, operò la sua riforma dal basso verso l’alto, formando il clero e dedicandosi all’apostolato fra i poveri, i diseredati e gli ammalati, specie se abbandonati. A quanti gli facevano notare che i napoletani non potevano essere così generosi negli aiuti, come i ricchi veneziani, rispondeva: « E sia, ma il Dio di Venezia è anche il Dio di Napoli ».
Il popolo napoletano non ha mai dimenticato questo vicentino di Thiene, venuto a donarsi a loro fino a morirne per la stanchezza e gli strapazzi, in un’assistenza senza risparmio e continua. La piazza antistante la Basilica di S. Paolo Maggiore è a lui intitolata, ma la stessa basilica, per secoli sede dell’Ordine, è ormai da tutti chiamata di S. Gaetano.
Il suo corpo, insieme a quello del beato Marinoni, del beato Paolo Burali ed altri venerabili teatini, è deposto nella cripta monumentale, che ha un accesso diretto sulla piazza, ed è meta di continua devozione del popolo dello storico e popoloso rione.
Nella piazza, come in altre zone di Napoli, vi è una grande statua che lo raffigura; da secoli è stato nominato compatrono di Napoli. Il suo è uno dei nomi più usati da imporre ai figli dei napoletani e di tutta la provincia.
Gaetano Thiene venne beatificato il 23 novembre 1624 da Pp Urbano VIII (Maffeo Barberini, 1623-1644) e canonizzato il 12 aprile 1671 da Pp Clemente X (Emilio Altieri, 1670-1676).
S. Gaetano Thiene è la testimonianza di quanto la Chiesa nei secoli, attraverso i suoi figli, sia stata sempre all’avanguardia e con molto anticipo sul potere laico, nel realizzare, inventare e gestire opere di assistenza in tutte le sue forme per il popolo, specie dove c’è sofferenza.
Per la sua illimitata fiducia in Dio è venerato come il santo della provvidenza.
Il santo viene solitamente rappresentato con l’abito talare, in ginocchio, mentre la Beata Vergine gli mette in braccio il Bambino Gesù. La scena è ispirata ad un episodio narrato dallo stesso Gaetano Thiene in una sualettera alla sua confidente spirituale, suor Laura Mignani : durante la celebrazione della sua prima Messa gli sarebbe apparsa la Madonna e gli avrebbe messo tra le braccia il Bambino.