Anche De Luca colto in fallo. Nell’ultimo show del venerdì, c’era tanto di simbolo in evidenza: De Luca Presidente. Ormai il dato è tratto. Questa campagna elettorale – sia regionale che comunale – si gioca tutta sui social. La stagione insolita, le limitazioni Covid e il poco tempo a disposizione cambiano completamente l’aspetto della campagna. Niente porta a porta, niente comizi, pochi manifesti ed il resto è social. Filmati di ogni genere, santini moderni virtuali, un incidere di inserzioni sponsorizzate: tutti coinvolti, dal politico d’esperienza ai novellini aspiranti. Quando il porta a porta cede il passo al chat a chat, c’è da chiedersi se è ancora il caso di parlare di programmi, idee e progetti: non è meglio limitarsi a giudicare il look o l’aspetto? D’altra parte, qualcuno obietterà, quando mai le parole dette in campagna elettorale hanno a che fare con Sant’Agostino, cioè col certo e col vero?
Però il contatto reale col candidato almeno ti rendeva l’idea esatta su chi si proponeva: fanfarone, simil vero, accettabile, improponibile, impresentabile e così via, scegliendo tra le varie categorie del genere politico-umano. Ora c’è il rischio che il fotoshop, oppure l’audio ampiamente preparato, possa trarre in inganno.
Allora adeguiamoci. Aspettiamo qualche candidato che dica: vi restituirò l’onestà, la verginità e il paradiso terrestre. Uno così potrebbe persino trova re voti, a rendere.