Sono 34 i suicidi che hanno avuto luogo nelle carceri italiane dall’inizio del 2020 fino al primo agosto. L’anno scorso in questo periodo erano stati 26, quando la popolazione reclusa era di varie migliaia di unità in più. È quanto emerge dal rapporto di metà anno “Il carcere alla prova della fase 2” presentato stamattina dall’associazione Antigone.
In due carceri campane si sono verificati due suicidi in sei mesi. Si tratta dell’istituto di Napoli Poggioreale e di quello di Santa Maria Capua Vetere. Il 20 per cento dei detenuti suicidi ha un’età compresa fra i 20 e i 29 anni. Tra questi c’è anche Jhonny, un giovanissimo rapper a cui l’associazione Antigone ha voluto dedicare il rapporto di metà anno. Il ragazzo aveva 23 anni, è il più giovane detenuto suicida del 2020.
Era recluso nel carcere di Fuorni a Salerno per violazione degli arresti domiciliari, regime a cui era sottoposto per aver messo a segno una rapina in una farmacia di Scafati. “La storia di questo ragazzo del Sud – ha detto il presidente di Antigone Patrizio Gonnella – ci ha colpito molto. Jhonny, come lo chiamavano negli ambienti del rap, aveva problemi di vario tipo che andavano presi in carico fuori dal carcere. Lui non era un pericolo per la sicurezza, in questo caso il carcere è stata la risposta burocratica a un disagio. Dedichiamo questo rapporto a lui e alla sua famiglia”.