Nella mattinata odierna, su disposizione della Procura della Repubblica, la guardia di finanza del comando provinciale di Salerno ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare e un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per 1,2 milioni di Euro, emessi dal G.I.P., dottore Luigi Levita, nei confronti di una società con sede a Sant’Egidio del Monte Albino e di tre soggetti, F.T., V.T. e D.M., esercenti il
commercio di auto di lusso di grossa cilindrata.
Al termine delle indagini coordinate dal Sostituto Procuratore, dottore Angelo Rubano, e svolte dalle fiamme gialle della Compagnia di Nocera Inferiore, i responsabili sono stati denunciati per l’emissione di fatture per
operazioni inesistenti e per i reati di riciclaggio connessi, avendo simulato la vendita di 22 autovetture ad una società di fatto inesistente ed intestata ad un prestanome.
Le 22 autovetture di grossa cilindrata – tra cui una Ferrari del valore di 150.000 euro, venivano cedute in modo simulato e fittizio a D.M., non solo al fine di evadere le imposte, ma soprattutto per sottrarle ad una misura
cautelare reale già disposta in precedenza. In particolare, i soggetti erano già stati attinti nell’ambito di un precedente procedimento penale nel mese di ottobre 2019, da misure cautelari e per sottrarre le vetture al sequestro in corso di esecuzione, le cedevano fittiziamente a terzi per il tramite della società del prestanome coinvolto, pur materialmente agendo in prima persona nelle contrattazione, senza mai spostare i veicoli dalla
propria concessionaria di lusso. Anche nel precedente procedimento, le indagini avevano rivelato la commissione di analoghi reati finanziari, i cui proventi erano stati impiegati dagli indagati, oggi imputati, in attività imprenditoriali comunque a loro riconducibili, sempre legate alla commercializzazione di luxury cars.
In particolare, in quella circostanza, i militari della Sezione di P.G. avevano accertato, a carico di quattro individui, tra cui F.T. e V.T. (padre e figlio), l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e l’impiego dell’IVA illecitamente evasa nell’esercizio di varie società “schermo” costituite ad hoc. All’epoca, oltre alle misure cautelari personali, era stato eseguito anche un sequestro di beni e disponibilità finanziarie per la somma di 521.677,18 euro, corrispondente all’illecito profitto derivante dal mancato pagamento dell’imposta. In occasione dell’esecuzione degli ultimi provvedimenti, arresti domiciliari per F.T. e divieto di dimora in Campania per V.T e D.M.; i finanzieri hanno sequestrato beni per l’ammontare di 1.197.699,92 euro, frutto sia delle condotte di riciclaggio ed autoriciclaggio, sia dell’evasione d’imposta realizzata mediante l’emissione di fatture oggettivamente inesistenti