Ai giovani è stato imposto da un giorno all’altro di non andare più al liceo o all’università, e di restare a casa. Finito il lockdown si è permesso loro di uscire, ma solo distanziati. Riaperti i locali, è subito partita la crociata contro la movida. Riaperte le discoteche, si è scoperto che là dentro si balla. Quindi, chiusura, anche se sui treni regionali si sta molto più accalcati. Nel frattempo molti di loro hanno perso il lavoro precario, e hanno visto allontanarsi ancor di più la speranza di una occupazione stabile. Una sola certezza è stata data ai giovani: saranno loro a dover pagare quei centocinquanta miliardi di debito contratti in questi mesi dallo stato italiano, tra applausi e commenti pieni di orgoglio. A spese loro
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