Otto anni fa, Palummiello volò via per sempre, gli mancavano due mesi alle ottantanove primavere. Giacomino De Caprio, istituzione rossonera. Calciatore nel secondo dopoguerra, arrivato da Marigliano per la Nocerina della B. Marchio Napoli, gavetta Avellino: centrocampista intelligente e furbo, dalla notevole elevazione aerea che ne spiega il soprannome. Vuole giocare a pallacanestro ma un giorno gli dicono di far numero in una squadra giovanile del Napoli: tutto cambia da quel momento. La vita è questione di incontri fortunati. Due per lui: il pallone e Vera, l’amore della sua vita. Da Nocera non se ne va più. Si sposta ma non se ne va più. Vera gli dà Teresa, Loredana ed Elvio. I suoi autentici gioielli, più dei tanti calciatori che lancerà da allenatore o scoprirà da direttore sportivo. Gioca a Scafati, Torre del Greco e in tante altre parti. Diventa allenatore agli inizi degli anni ‘60, avvicinandosi alla quarantina: riporta la Nocerina in D e aggiunge lo scudetto dilettanti. Dalla Nocerina va a viene. Il rossonero è il colore che più gli si addice. Ma riesce a farsi amare dappertutto: allenatore di Scafatese, Paganese e Cavese. Smette con la panchina, fa l’osservatore del Milan.
Gli anni ‘80 lo trasformano in direttore sportivo di buon fiuto. Costruisce la Paganese che Montefusco porta in C1. Farina del suo sacco Fracas, Vulpiani, Fiorucci, Oddo, Tripepi e tanti altri. Sfiora l’impresa a Nocera con Leonardi: la B viene meno per una congiura di palazzo che premia il Campobasso. Scopre Bocchinu e Sassarini, va a prendersi Di Giaimo e Marchi ringiovanendoli, si affida all’esperienza di Quadri e Raffaele. Sempre in movimento. Ancora la Cavese, stavolta come diesse di una squadra con tanti giovani di qualità. Ancora la Nocerina, portando in dote talenti che si chiamano Firicano, Di Livio, Canzian e De Agostini. Poi la grande avventura al Nord: lo chiama il Mantova e lui vara uno squadrone vincente per Mariolino Corso prendendosi gli applausi e la stima di Bobo Boninsegna.
Anni ‘90, si prende gioco del tempo rincorrendo il sogno eterno del pallone. Direttore sportivo della Turris, responsabile delle giovanili Nocerina. Incredibilmente, di nuovo allenatore: succede a Castel San Giorgio, arrestano il suo pupillo Mario Somma e lui si rimette in abito agonistico in Eccellenza. Fa il vivace e arguto opinionista per Telenuova nei tempi moderni e recenti. Nonno felice, ragazzino dentro. Poi Vera se ne va e lui lentamente comincia a spegnersi. Il tempo gli dà le gioie da bandiera molossa proprio nell’ultimissimo tratto: spegne le candeline sulla torta della Nocerina centenaria, torna allo stadio con tutta la famiglia quando i rossoneri si godono la prima partita post terza B conquistata.