Ore 13,30 di una calda mattinata, la visita-comizio di Matteo Salvini a Cava termina con un colpo di scena: un parroco della città va a regalargli il rosario, che lui prontamente bacia. Fine delle trasmissioni di giornata, almeno quelle metelliane. Salvini ha iniziato a parlare, sul palco in piazza Duomo, con mezz’ora di ritardo, probabilmente dovuto alla necessità di capire bene da che punto farlo entrare in una piazza presidiata da un lato del gruppo di contestatori, tenuto bene a bada da forze dell’ordine in assetto anti-sommossa ma con la cautela che si deve in determinati casi. Il comizio è durato poco, le solite cose, sotto l’etichetta liberiamo la Campania da De Luca, Bassolino, Renzi e Di Maio, con l’aggiunta di giornata del no ricevuto dal direttore generale dell’Asl Vincenzo D’Amato per visitare l’ospedale covid montato a mai utilizzato a Salerno (autogol deluchiano, le porte si aprono, se non si aprono è solo per nascondere qualcosa) e del prossimo processo che lo vedrà protagonista. Un accenno a Cava e a Murolo ma anche all’incidente scansato per poco: dai contestatori a un certo punto è volata più una sedia, in direzione della Polizia, che ha sfiorato una bambina dalle parti del centralissimo bar, situato a stretto contatto col palco. I contestatori, con tutto il rispetto per la democrazia, sono apparsi fuori dal mondo, mentre i simpatizzanti di Salvini sono apparsi anziani d’età in maggioranza ma molto ferrati in tecnologia: la processione di selfie è durata più del comizio stesso.
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