“La croce è segno santo dell’Amore di Dio, è segno del Sacrificio di Gesù, e non va ridotta a oggetto scaramantico oppure a monile ornamentale”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus di oggi. “Dobbiamo capire il linguaggio della croce – ha continuato -facciamo in modo che la croce appesa alla parete di casa, o quella piccola che portiamo al collo, sia segno del nostro desiderio di unirci a Cristo nel servire con amore i fratelli, specialmente i più piccoli e fragili”.
Commentando il Vangelo del giorno, il Pontefice ha spiegato che “per Pietro e gli altri discepoli – ma anche per noi! – la croce e’ una cosa scomoda, e’ uno ‘scandalo’, mentre Gesu’ considera “scandalo” il fuggire dalla croce, che vorrebbe dire sottrarsi alla volonta’ del Padre, alla missione che Lui gli ha affidato per la nostra salvezza”. Egli, ha proseguito, “indica la via del vero discepolo, mostrando due atteggiamenti. Il primo e’ ‘rinunciare a se stessi’, che non significa un cambiamento superficiale, ma una conversione, un capovolgimento di mentalita’ e di valori”. L’altro atteggiamento “e’ quello di prendere la propria croce. Non si tratta solo di sopportare con pazienza le tribolazioni quotidiane, ma di portare con fede e responsabilita’ quella parte di fatica e di sofferenza che la lotta contro il male comporta”. Cosi’, ha detto ancora Papa Bergoglio, “l’impegno di ‘prendere la croce’ diventa partecipazione con Cristo alla salvezza del mondo”. “Ogni volta che fissiamo lo sguardo sull’immagine di Cristo crocifisso – ha aggiunto -, pensiamo che Lui, come vero Servo del Signore, ha realizzato la sua missione dando la vita, versando il suo sangue per la remissione dei peccati. E non lasciamoci portare dall’altra parte, nella tentazione del maligno”. Di conseguenza, “se vogliamo essere suoi discepoli, siamo chiamati a imitarlo, spendendo senza riserve la nostra vita per amore di Dio e del prossimo”.