Ho trascorso il Sabato e la Domenica a studiare, anzi a ripassare.
Ne avrei fatto volentieri a meno, perché avrei dovuto trascorrere questo fine settimana con mio figlio, ma come ben sapete sono nove mesi che è stato sequestato.
Inizia un altra settimana, un lunedì dove alle 11:00 dovrò chiedere di assentarmi per qualche ora dall’ufficio per andare in Tribunale.
Fino all’eta’ di trentacinque anni non ci ero mai entrato, ed ora che ne ho quaranta, tra udienze civili e penali ne conto più di cinquanta, insomma una seconda casa.
La terza udienza penale di un procedimento iniziato nel 2016.
I fatti risalgono a fine 2015 quando già mi veniva negato di vedere il mio piccolo Alessandro.
Ho dovuto rileggere tutti gli atti, e la mente è tornata a quando il mio piccolo aveva un anno, ed io all’epoca dovevo vederlo per tre volte a settimana per quattro ore.
Da quel momento ad oggi, è cambiato solo il tempo disposto, ora sulla carta c’è un ampio diritto di Frequentazione Padre-Figlio, ma il ” Problema” è sempre lo stesso, quella sentenza è disattesa.
Ci sarà chi sarà sul banco degli imputati e dovrà rispondere, e poi ci sarò io che dovrò raccontare, e rispondere a chi cercherà di difendere l’indifindebile.
La mia opinione riguardo ai Magistrati Civili, è stata da me espressa pubblicamente in più occasioni.
Non ho mai espresso alcun parere riguardo ai Magistrati Penali, perché nessun procedimento, e questo non è l’unico si è ancora concluso.
Tutto questo per l’incapacità di stabilire delle regole, che poi non dovrebbero nemmeno esistere quando ci si separa.
Si dovrebbe avere la maturità di gestire la situazione in modo sereno e nell’interesse del minore.
In Tribunale si dovrebbe andare solo per omologare una separazione consensuale e non tornarci mai più.
Ed invece non è stato cosi.
Questo processo scaturisce dalle mie denunce perché già allora, dopo la prima sentenza, mio figlio mi veniva negato.
Ma prima di sporgere quelle querele, c’è chi poteva mettere gia la parola fine, ed invece non lo ha fatto.
I Magistrati Civili nelle udienze che ci sono state hanno sempre fatto le comiche, con una pacca sulla spalla, dicendo ci vediamo alla prossima udienza e vedrà che andrà meglio.
La prossima udienza arrivava ma andava peggio, e loro a continuare su quella linea.
Ed allora non ti resta altro che denunciare.
La maggior parte dei processi penali che vedono ” contrapposti” ex coniugi perché uno dei due ha violato le sentenze emesse nel civile, scaturiscono proprio perché il Civile non agisce.
Ed allora inizia una guerra senza esclusione di colpi, decine e decine di denunce da entrambe le parti, con processi che ne conseguono.
Ne mancano tante di udienze penali e non so quante ancora civili.
Tempo perso, un calvario che sembra non aver mai fine, e soldi stracciati che sarebbero serviti ad altro.
Così sono la maggior parte delle separazioni giudiziali nel nostro paese.
Inutile rimpiangere il passato, inutile scagliarsi ancora una volta contro chi poteva evitare questo.
I Magistrati Civili, spesso amplificano il ” conflitto” e sono loro stessi ad intasare le Procure e le aule penali.
Dopo cinque anni voglio giustizia, sia nel penale che nel civile.
Posso accettare uno schiaffo, un pugno, ma non un infinita’ di calci in faccia per cinque anni.
Ed allora che sia la ” Madre” di mio figlio poco importa, perché per me non esiste più se non all’anagrafe e non ci può essere perdono.
Mio figlio è stato privato del suo Papà.
Mio figlio in cinque anni ha subito un trauma e continua a subirlo.
Sono io la parte offesa nel procedimento, ma è lui in realtà.
Ci vorrebbe una pena detentiva per chi ha commesso questo reato, ma non lo voglio.
Non lo voglio perché mio figlio non vedrebbe più la sua ” Mamma” che ha sempre il tempo per rinsavire.
Chissa se lo farà oggi.
Dipende dal Giudice, dipende sempre da loro.
Sono loro a dover far capire che chi commette un reato va incontro ad una condanna, e forse solo così chi si è fatto forte di un impunità che è solo velleitaria, capirà.
Spesso pubblico la foto del Tribunale con la scritta ” Palazzo di Ingiustizia”
Oggi no, perché quel magistrato che ascolterà non si è macchiato, a differenza di quelli civili, di nessun crimine o favoreggiamento della sottrazione di un minore, e mi auguro che non si accodi a loro.
Oggi varchero’ quella porta dove campeggia la scritta ” Palazzo di Giustizia” e spero di uscirne consapevole che quella scritta non è una presa in giro.
Per ora è un punto interrogativo.
Buon inizio settimana a tutti.
Ne avrei fatto volentieri a meno, perché avrei dovuto trascorrere questo fine settimana con mio figlio, ma come ben sapete sono nove mesi che è stato sequestato.
Inizia un altra settimana, un lunedì dove alle 11:00 dovrò chiedere di assentarmi per qualche ora dall’ufficio per andare in Tribunale.
Fino all’eta’ di trentacinque anni non ci ero mai entrato, ed ora che ne ho quaranta, tra udienze civili e penali ne conto più di cinquanta, insomma una seconda casa.
La terza udienza penale di un procedimento iniziato nel 2016.
I fatti risalgono a fine 2015 quando già mi veniva negato di vedere il mio piccolo Alessandro.
Ho dovuto rileggere tutti gli atti, e la mente è tornata a quando il mio piccolo aveva un anno, ed io all’epoca dovevo vederlo per tre volte a settimana per quattro ore.
Da quel momento ad oggi, è cambiato solo il tempo disposto, ora sulla carta c’è un ampio diritto di Frequentazione Padre-Figlio, ma il ” Problema” è sempre lo stesso, quella sentenza è disattesa.
Ci sarà chi sarà sul banco degli imputati e dovrà rispondere, e poi ci sarò io che dovrò raccontare, e rispondere a chi cercherà di difendere l’indifindebile.
La mia opinione riguardo ai Magistrati Civili, è stata da me espressa pubblicamente in più occasioni.
Non ho mai espresso alcun parere riguardo ai Magistrati Penali, perché nessun procedimento, e questo non è l’unico si è ancora concluso.
Tutto questo per l’incapacità di stabilire delle regole, che poi non dovrebbero nemmeno esistere quando ci si separa.
Si dovrebbe avere la maturità di gestire la situazione in modo sereno e nell’interesse del minore.
In Tribunale si dovrebbe andare solo per omologare una separazione consensuale e non tornarci mai più.
Ed invece non è stato cosi.
Questo processo scaturisce dalle mie denunce perché già allora, dopo la prima sentenza, mio figlio mi veniva negato.
Ma prima di sporgere quelle querele, c’è chi poteva mettere gia la parola fine, ed invece non lo ha fatto.
I Magistrati Civili nelle udienze che ci sono state hanno sempre fatto le comiche, con una pacca sulla spalla, dicendo ci vediamo alla prossima udienza e vedrà che andrà meglio.
La prossima udienza arrivava ma andava peggio, e loro a continuare su quella linea.
Ed allora non ti resta altro che denunciare.
La maggior parte dei processi penali che vedono ” contrapposti” ex coniugi perché uno dei due ha violato le sentenze emesse nel civile, scaturiscono proprio perché il Civile non agisce.
Ed allora inizia una guerra senza esclusione di colpi, decine e decine di denunce da entrambe le parti, con processi che ne conseguono.
Ne mancano tante di udienze penali e non so quante ancora civili.
Tempo perso, un calvario che sembra non aver mai fine, e soldi stracciati che sarebbero serviti ad altro.
Così sono la maggior parte delle separazioni giudiziali nel nostro paese.
Inutile rimpiangere il passato, inutile scagliarsi ancora una volta contro chi poteva evitare questo.
I Magistrati Civili, spesso amplificano il ” conflitto” e sono loro stessi ad intasare le Procure e le aule penali.
Dopo cinque anni voglio giustizia, sia nel penale che nel civile.
Posso accettare uno schiaffo, un pugno, ma non un infinita’ di calci in faccia per cinque anni.
Ed allora che sia la ” Madre” di mio figlio poco importa, perché per me non esiste più se non all’anagrafe e non ci può essere perdono.
Mio figlio è stato privato del suo Papà.
Mio figlio in cinque anni ha subito un trauma e continua a subirlo.
Sono io la parte offesa nel procedimento, ma è lui in realtà.
Ci vorrebbe una pena detentiva per chi ha commesso questo reato, ma non lo voglio.
Non lo voglio perché mio figlio non vedrebbe più la sua ” Mamma” che ha sempre il tempo per rinsavire.
Chissa se lo farà oggi.
Dipende dal Giudice, dipende sempre da loro.
Sono loro a dover far capire che chi commette un reato va incontro ad una condanna, e forse solo così chi si è fatto forte di un impunità che è solo velleitaria, capirà.
Spesso pubblico la foto del Tribunale con la scritta ” Palazzo di Ingiustizia”
Oggi no, perché quel magistrato che ascolterà non si è macchiato, a differenza di quelli civili, di nessun crimine o favoreggiamento della sottrazione di un minore, e mi auguro che non si accodi a loro.
Oggi varchero’ quella porta dove campeggia la scritta ” Palazzo di Giustizia” e spero di uscirne consapevole che quella scritta non è una presa in giro.
Per ora è un punto interrogativo.
Buon inizio settimana a tutti.
MARCO ALBANI