“Per tutelare la salute delle persone – dichiara Mariateresa Imparato , presidente di Legambiente Campania – bisogna avere coraggio e coerenza definendo le priorità da affrontare e finanziarie. Le città sono al centro di questa sfida, servono interventi infrastrutturali da mettere in campo per aumentare la qualità della vita di milioni di pendolari e migliorare la qualità dell’aria, puntando sempre di più su una mobilità sostenibile e dando un’alternativa al trasporto privato. Per liberare le città dalla cappa dello smog- prosegue Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania- è fondamentale il ruolo delle Regioni nel predisporre piani e misure nuovi fondi da destinare a progetti innovativi, a partire dal settore della mobilità, se davvero si vogliono rilanciare i centri urbani oggi in forte sofferenza. Nodo centrale rimane un trasporto pubblico che oggi in Campania non rappresenta una vera e seria alternativa all’uso delle automobili. Il trasporto pubblico locale, urbano e pendolare è la vera spada di Damocle della nostra regione dove i continui tagli, ritardi, guasti e disservizi si traducono nel quotidiano nel disastro della Circumvesuviana e dei continui problemi alle linee 1 e 2 della metropolitana. Il risultato è fotografato dai dati di Mal’aria: meno efficienza e efficacia del trasporto pubblico- conclude Imparato di Legambiente- significa inevitabilmente più auto private per strada e più smog per i polmoni dei cittadini». Lo smog colpisce soprattutto la Provincia di Napoli: secondo i dati dell’Arpac elaborati da Legambiente, ad oggi maglia nera a Volla con ben 80 sforamenti seguita da San Vitaliano con 67 sforamenti, segue Pomigliano D’Arco dove i giorni di superamento sono stati 51, Acerra con 47, Nocera Inferiore con 45 sforamenti. Chiude Aversa con 38 sforamenti. Non è migliore l’aria nelle città capoluogo dove a superare la soglia di polveri sottili consentita per legge sono Avellino con 52 sforamenti e Napoli con 36 centralina di Via Argine.